L’Economist Intelligence Unit (Eiu), sponsorizzato da Business Software Alliance (Bsa) ha stilato la classifica annuale per competitività del settore It a livello mondiale di gran parte dei paesi industrializzati.
Stando ai dati riportati dal quotidiano britannico, il nostro Paese si collocherebbe alla 24esima posizione, su un totale di 66, con un punteggio di 48,5 su 100. I parametri dichiarati dall’Economist come base per la valutazione dei punteggi sono: il dinamismo dell’ambiente economico (72,7 su 100 per l’Italia), quello del sistema giuridico (73), la disponibilità di infrastrutture It (52,5), i supporti allo sviluppo dell’IT stessa (64,2), il “capitale umano” (48,4) e l’ambiente della ricerca e sviluppo (16,4).
Rispetto alla stessa classifica dell’anno precedente, l’Italia avrebbe fatto un passo avanti. Secondo Luca Marinelli, presidente di Business Software Alliance Italia, «Il nostro può vantare un ambiente di business alquanto vivace e una valida legislazione a tutela della proprietà intellettuale.
Tuttavia, nonostante l’Italia sia uno dei Paesi del G8 non è certo uno dei primi 8 sistemi per competitività dell’It. Anzi, arriva oltre la 20esima posizione, mentre le prime 5 sono occupate rispettivamente da USA, Finlandia, Svezia, Canada e Olanda. Significa che da noi c’e’ ancora molto da investire nelle infrastrutture, nello sviluppo di risorse umane ad alta specializzazione e nella ricerca sulla tecnologia».
Nella stessa condizione si trovano ad esempio Estonia e Spagna, rispettivamente 23esima e 24esima nazione al mondo per competitività del comparto dell’Information Technology.
Fra i risultati dello studio figurano anche le infrastrutture di rete a banda larga, vitali per il settore It, in cui l?Italia non figura nelle prime 10 posizioni per numero di sottoscrizioni di linee broadband, mentre si colloca al 6° posto al mondo per penetrazione del comparto mobile, con una penetrazione del 144%.