La Campania è prima in Italia per pirateria informatica. A rivelarlo è la campagna antipirateria del canale distributivo svolta da Microsoft Italia presso i rivenditori campani. È pari al 36% il tasso di pirateria rilevato dallo studio. Quest’ultimo è stato realizzato attraverso l’attività dei “Mistery Shopper“, incaricati Microsoft che si fingevano potenziali acquirenti di prodotti software per verificare le conformità alle norme di legge nell’atto di vendita. Sono stato 883 i punti vendita visitati negli ultimi 4 anni, di cui 170 nell’ultimo anno. E i risultati non sono incoraggianti: in 353 esercizi sono state rilevate irregolarità nella vendita dei prodotti Microsoft.
Tuttavia, considerando i rilevamenti fatti nei primi mesi del 2009 il tasso di pirateria sta leggermente scendendo. Rispetto al 2008 è sceso dell’1%. Nel 2005, infatti, era pari al 46%, nel 2007 del 38%, nel 2008 del 36% e nei primi mesi del 2009 si aggira attorno al 35%. Nei casi in cui il Mistery shopper ha riscontrato delle irregolarità, suo compito diviene quello di fornire al rivenditore il supporto necessario per mettersi in regola.
La campagna si inserisce all’interno del gruppo di misure di Microsoft contro la pirateria informatica, che fanno capo a GSI (Genuine Software Initiative), che racchiude iniziative volte a consentire ai clienti di verificare se il sistema operativo Windows o il pacchetto applicativo Office acquistato è regolare o frutto di contraffazione.
Analizzando le varie province campane, i risultati segnalano Salerno come il capoluogo più colpito dal fenomeno dell’offerta di software Microsoft non originale, con una percentuale pari al 42%. Segue Napoli, con il 40%, seguita da Caserta con il 28% e da Avellino con il 26%. La provincia campana meno colpita da pirateria è Benevento con il 22% di software Microsoft piratato venduto.
Un’altra ricerca sulla pirateria, realizzata da Idc su commissione di Business Software Alliance (Bsa) l’associazione che rappresenta i maggiori produttori di software del mondo, mostra che in Italia, anche se in leggera diminuzione, la presenza di software pirata è pari al 49%, portando il Bel Paese al 2° posto in Europa, dopo la Grecia (58%). La ricerca mostra anche le conseguenze occupazionali di tale fenomeno: una riduzione del 10% di software illegali porterebbe alla creazione di circa 6.200 posti di lavoro.