Anche in campo sanitario, le tecnologie trovano sempre più spazi e riscontri positivi. Lo dimostra l’iniziativa promossa da Intel Corporation, che ha elaborato nuove tecnologie da applicare all’assistenza alle disabilità congenite. Ne è stato dotato il Policlinico Gemelli, che ha avviato un progetto pilota nelle Attività diagnostiche e riabilitative per il trattamento delle patologie neuromuscolari pediatriche.
Il progetto di aiuto interessa due settori: da una parte riguarda il miglioramento dei servizi offerti durante la degenza dei piccoli pazienti, dall’altra ha l’utilità di potenziare il servizio clinico e diagnostico. In particolare, Intel ha donato al Servizio Disabilità congenite una rete Wi-Fi, due Tablet PC C5, due notebook e due desktop. Grazie all’uso delle nuove tecnologie, quindi, il personale ospedaliero ha la possibilità di dedicare più tempo ai pazienti svolgendo, dall’altra parte, in maniera efficiente il proprio lavoro.
In particolare, il dispositivo di assistenza clinica mobile C5 permette di utilizzare le funzioni del sistema informativo ospedaliero integrato (DHE), garantendo il collegamento in tempo reale tra medici e informazioni dei pazienti. Tale dispositivo, infatti, consente al personale ospedaliero di accedere alle cartelle cliniche costantemente aggiornate e di documentare in tempo reale le condizioni dei pazienti. L’utilizzo di tali strumenti ha facilitato le visite ambulatoriali perché ha permesso di accedere in tempo reale alle informazioni cliniche.
«L’ampliamento della rete informatica e l’implementazione con il sistema wireless del Servizio di Disabilità congenite ottenuta grazie a Intel ha consentito un notevole miglioramento delle possibilità di mettere nuovi strumenti al servizio dei nostri piccoli malati ? ha detto Eugenio Mercuri, direttore dell’Unità operativa di Neuropsichiatria infantile del Gemelli ?. Ne hanno beneficiato sia i servizi durante la degenza, con la possibilità di avere informazioni al letto del paziente, sia la parte riabilitativa e diagnostica che, grazie a queste tecnologie, viene vissuta dal bambino come un gioco, migliorando quindi la qualità di vita dei nostri piccoli pazienti in ospedale».