“Un abbraccio a coloro che stanotte non ce l’hanno fatta“. Una stretta virtuale e carica di affetto che parte da Facebook e Twitter passando per siti web e blog. Parole di conforto per le vittime del terremoto che ha colpito la citta di L’Aquila e per le famiglie che hanno perso i propri cari.
I cittadini del web non si tirano certo indietro davanti a una tragedia di tale portata, anzi. I social network diventano i veicoli di informazione privilegiati. Ed è stato proprio Twitter a registrare le prime segnalazioni, le prime testimonianze in tempo reale di gente che, in Abruzzo e nelle altre regioni colpite, aveva avvertito le scosse e chiedeva informazioni e riscontri. In molti infatti si sono collegati per avere notizie sull’accaduto e sull’entità dei danni, visto che la tv, almeno in un primo momento, non ne aveva fatto cenno.
Cifre da capogiro sui gruppi, che continuano minuto per minuto ad accrescere il numero degli iscritti: “Terremoto in Abruzzo, non lasciamoli soli, il lutto” è il più grande e conta al momento 233 utenti, in “Per le vittime del terremoto in Abruzzo” sono in 190 mila. Messaggi di solidarietà anche dagli italiani all’estero, che su Facebook sono quasi 500 mila. E poi l'”Sos di Laura Mancinelli” che invita ad incollare sull proprio profilo il numero di telefono 0854308309 da chiamare per offrire alloggi in strutture alberghiere della zona.
Ma oltre alle testimonianze, ai gruppi e ai messaggi di solidarietà, i social network e Facebook in particolare, si stanno rivelando utili strumenti per la diffusione di informazioni di servizio, tra cui la ricerca di sangue, di cibo e di aiuti per le popolazioni colpite dalla tragedia. E aumenta il numero degli iscritti ai gruppi che forniscono numeri utili, come quello della protezione civile (06/68201 info@protezionecivile.it) e delle associazioni di volontariato, per coordinare in maniera migliore possibile le forme di sostegno, per offrire cibo e ospitalità agli sfollati.
Ma, proprio per la sua istantaneità e per la velocità con cui circolano le informazioni, è un aiuto per chi vive lontano e cerca di avere informazioni sui parenti e amici che risiedono nelle zone colpite. Nel caos collettivo e all’interno dell’overload mediatico cui siamo esposti un filo conduttore unisce tutti, la volontà di offrire, se possibile il proprio aiuto, ma anche un sostegno a distanza, un pensiero per chi adesso sta cercando di sopravvivere alla tragedia.