Reggio Emilia: la Provincia estende la firma digitale

di Marina Mancini

27 Novembre 2008 09:30

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Per rendere più efficiente e veloce l'attività amministrativa la provincia di Reggio Emilia estende l'uso della firma digitale

Sono 5 i dipendenti del Servizio Informatica della provincia di Reggio Emilia che possono svolgere attività di registrazione e di rilascio dei servizi di firma digitale.

L’ente provinciale emiliano estende l’impiego della firma attraverso la quale riesce a semplificare l’azione amministrativa permettendo ai dirigenti e ai funzionari che sono stati abilitati di sottoscrivere documenti elettronici con valore legale.

I 5 impiegati reggiani effettueranno le procedure di rilascio per conto di Infocert, ente riconosciuto dal CNIPA, ed inserito nell’elenco pubblico dei certificatori.

La convenzione con Infocert che rilascia oltre 2.600mila certificati di
firma digitale, è stata siglata per permettere all’Ente provinciale di dotarsi degli adeguati strumenti come la firma digitale per la sottoscrizione di documenti digitali.

Risparmi di tempi e di costi, pratiche più veloci e maggiore efficienza saranno prodotti dall’informatizzazione e dematerializzazione dei documenti cartacei della Provincia che in questo modo ridurrà i costi del consumo della carta.

Mandati informatici, rilascio dei libretti di carburanti per gli utenti delle macchine agricole, liquidazioni elettroniche delle fatture, firma dei cartellini dei dipendenti sono tutte procedure che velocizzeranno le attività dei dirigenti titolari della firma digitale.

L’ampliamento della diffusione della firma digitale è la naturale
prosecuzione di iniziative già lanciate dalla Provincia di Reggio Emilia a partire dal 2005 in tema di dematerializzazione dei documenti e di applicazione del codice dell’amministrazione digitale.

L’operazione si aggiunge alla applicazione della Pec, la posta elettronica certificata, già da tempo utilizzata dall’amministrazione per ridurre le spese postali.

35 gli enti locali con i quali la Provincia ha attivato lo scambio
documentale, tra queste 33 comuni, una comunità montana e l’Unione dei comuni dell’alto Appennino, enti che necessariamente devono a loro volta possedere la firma digitale.

Il numero è destinato a crescere.