Per descriverne il suo significato attingeremo dall’enciclopedia libera Wikipedia: «La robotica è una scienza che studia i comportamenti degli esseri intelligenti, cerca di sviluppare delle metodologie che permettano ad una macchina (robot), dotata di opportuni dispositivi atti a percepire l’ambiente circostante ed interagire con esso quali sensori e attuatori, di eseguire dei compiti specifici».
Il termine robotica fu usato per primo da Isaac Asimov, scrittore di fantascienza, (nel romanzo intitolato “Bugiardo”, edito nel 1941), che ne inventò anche le tre leggi:
- Un robot non può recare danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
- Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contrastino con la Prima Legge.
- Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e/o la Seconda Legge.
Tali definizioni possono già far pensare alle possibili correlazioni con il mondo dell’istruzione (sequenze, connessioni, valutazioni, ecc.) e il progetto vuole raccontare l’esperienza, ormai giunta al terzo anno, il suo valore, i suoi sviluppi, che ha avuto come capofila la Scuola Media statale Manzoni Benzi di Bresso, e vede protagoniste 15 scuole di alcune Province della Regione Lombardia. Per ulteriori approfondimenti si può consultare, con buon dettaglio, il sito www.amicorobot.net.
Il progetto AMICO ROBOT
Il tutto nasce da una concezione pedagogica sempre di attualità che si fonda sul detto “popolare” che si impara facendo. Si impara, si socializza, ci si diverte costruendo un robot e poi si partecipa a delle gare fra gruppi di studenti delle scuole che aderiscono al progetto; l’esperienza ha dimostrato che nell’età degli studenti della scuola dell’obbligo la classica metodologia dell’apprendimento teoria-esercitazione non consente, spesso, un apprendimento motivante e molte potenzialità creative vengono disattese. Sicuramente nell’ambito dell’attività didattica tradizionale il problema non si pone ma se vogliamo coinvolgere gli allievi con l’energia propria di un ragazzo ecco allora che ci può aiutare il laboratorio didattico e con esso la robotica.