Linkem, operatore tra le aziende aggiudicatarie delle licenze WiMax per l’Italia e chiamata a fornire il proprio contributo per assecondare l’alta finalità costituzionale promossa dalla Commissione Trasporti, Poste e Tlc della Camera, ha risposto rendendo nota l?indagine conoscitiva sull’assetto e sulle prospettive delle nuove reti del sistema delle comunicazioni elettroniche.
«Pensiamo che la diffusione della banda larga nel nostro Paese sia possibile – si legge nella nota stampa – anche nell’arco di pochi anni, ricorrendo ad un lungimirante ed equilibrato utilizzo delle tecnologie attualmente disponibili. Il cavo in fibra ottica e i sistemi radio, come il WiMax, possono convivere e, anzi, devono fare sinergia.»
Si legge ancora nella nota: «Abbiamo registrato però che la capacità immessa nella rete soprattutto nelle aree meno dotate, potrebbe essere anche il doppio di quella attualmente disponibile e ciò sarebbe possibile solo con interventi minimi. Si deve pertanto risolvere il divario di procedure esistente tra una regione ed un’altra e la diversità di trattamento che le stesse leggi nazionali riservano ad una tecnologia rispetto ad un’altra.
La recente legge 133/2008, che ha convertito il decreto legge sullo sviluppo n. 112, interviene, all’art. 2, solo per velocizzare i processi autorizzativi dell’installazione del cavo in fibra ottica, mentre dimentica altre tecnologie come il WiMax, sovvertendo, così, il principio della neutralità tecnologica previsto dalle disposizioni della Ue e dalla legge 259/2003, e smentisce le stesse norme quando si fa riferimento alla garanzia del servizio universale.
Pertanto, il superamento del divario digitale può e deve essere favorito anche dalla predisposizione di norme che siano in grado di propugnare la diffusione delle tecnologie più avanzate, a vantaggio del cittadino consumatore. Se in questo caso si volesse intervenire positivamente sin da ora per aumentare la capacità del sistema (in termini di Mbit rilasciati nella rete ), è possibile concepire misure immediate di attribuzione dello spettro frequenziale a favore delle imprese attualmente operanti con il WiMax.
Inoltre, con una politica più incisiva di cui possono avvalersi i diversi sistemi tecnologici operanti, sarebbe possibile fare di più per offrire servizi migliori ai clienti. Sarebbe possibile, cioè, articolare un sistema flessibile anche per ogni singola regione, che esalterebbe le potenzialità di quelle tecnologie che già oggi rappresentano il futuro».