Far parlare una pianta, un quadro o una statua, per fare in modo che sia il bene naturale e culturale medesimo a dare al visitatore tutte le informazioni più esaurienti su di “sé”: questo ? in senso figurato ? l’obiettivo che si è posto da alcuni mesi la Provincia di Catania con la sofisticata e innovativa tecnologia Tguide. Frutto del progetto “Sealspaw” cofinanziato con fondi europei, essa nasce da un consorzio di imprese attive nel campo dell’ITC, quali Acse S.p.A. (la capofila), STT S.r.l., Teseo Sistemi S.r.l., Dimsi S.r.l, e la partecipazione dell’Accademia delle Belle Arti di Catania. Il Dipartimento di Scienze dei linguaggi, della comunicazione e degli studi culturali dell’Università di Bergamo, il Dipartimento di Economia dell’Università di Catania, e quello di Informatica dell’Università di Milano (polo di Crema) hanno invece fornito la loro consulenza.
In sostanza, Tguide è un sistema integrato e distribuito che consente la gestione e la fruizione dei beni naturali e culturali tramite dispositivi mobili (palmari e smartphone). Le tipologie di base sono sostanzialmente due: una per “aree estese?” (come ad es. parchi naturali, siti archeologici, ecc.), ed una per aree circoscritte e localizzate (ad esempio musei, pinacoteche, ecc.). Nel primo caso, il software che fa capo a Tguide, una volta installato sul proprio palmare o smartphone, individua dei ben precisi “punti d’interesse” sulla mappa cartografica o sulla planimetria che viene visualizzata sul proprio dispositivo mobile. Se la superficie è sufficientemente grande, il sistema può avvalersi anche dell’ausilio della tecnologia satellitare GPS. L’utente ha in tal modo la possibilità di scegliere, guidato dalla mappa elettronica, il proprio itinerario di visita in funzione dei punti che più lo attirano.
Nel secondo caso il sistema si avvale dell’ausilio della tecnologia RFId (Radio Frequency Identification), implementata su etichette “intelligenti”, o “tag”. In sostanza, un bene naturale o culturale ? quale può essere ad esempio una pianta o un quadro ? viene dotato di un microchip passivo del tipo di quelli che si trovano spesso sui capi d’abbigliamento o nelle merci in magazzino. Avvicinando all’etichetta il dispositivo mobile dotato di una speciale antenna questo emette delle onde radio che interrogano il microchip per leggerne il codice registrato. Risalendo tramite questo ad una banca dati residente sul server della struttura museale o naturale (ovvero più semplicemente accedendo alla base dati installata nel palmare stesso) verranno visualizzate sul proprio dispositivo tutte le informazioni necessarie sul bene naturale o culturale in oggetto. Il codice, ben visibile sull’etichetta associato al bene, può anche essere inserito manualmente digitandolo sul tastierino numerico.