Open source, nella PA “si può fare”

di Marianna Di Iorio

28 Febbraio 2008 14:00

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Il software libero è stato il tema principale dell'incontro che si è svolto questa mattina nell'ambito del progetto "Si può fare" promosso dalla Fondazione Kessler

Il tema dell’open source è molto caro alla Pubblica Amministrazione. Lo stesso Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella PA, Luigi Nicolais, aveva ufficializzato, nei mesi scorsi, l’avvio di una Commissione Open Source per promuovere il software libero nelle amministrazioni pubbliche.

Proprio questa mattina si è svolto un incontro presso la sede della Fondazione Kessler per affrontare l’argomento, nell’ambito dell’iniziativa “Si può fare” promossa dalla stessa fondazione e dalla Provincia Autonoma e al Consorzio dei Comuni. Il progetto ha come obiettivo, appunto, la promozione dell’open source e dei dati aperti nella PA.

All’incontro è intervenuto il presidente del Consorzio dei Comuni, Renzo Andrete, affermando che «abbiamo riscontrato sul territorio e fra gli enti locali una forte crescita dell’interesse intorno all’open source, legato anche ad una crescita dei costi nell’utilizzo delle licenze dei software all’interno delle amministrazioni».

«Stiamo passando da una prima fase della diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, dominata dagli Usa e centrata soprattutto sulle esigenze della grande impresa, ad una seconda stagione, che ha come punto di riferimento realtà, sia sul piano amministrativo che imprenditoriale, più piccole e differenziate, che dialogano tra loro», ha dichiarato Gianluca Salvatori, assessore provinciale alla programmazione.

Durante la conferenza è stato, inoltre, presentato per la prima volta al pubblico “Centros”, il Centro di Competenza per il software open source che punta a studiarne l’evoluzione e a creare una database dove raccogliere le informazioni.