La firma digitale è stata individuata dal “Codice dell’amministrazione digitale” del 7/03/2005 come la soluzione ai problemi di non modificabilità, integrità e non ripudio dei documenti elettronici.
Il riconoscimento dell’autenticità di un documento cartaceo, invece, è stato storicamente sempre basato su elementi quali il tipo di carta filigranata, inchiostri speciali, timbri e firma autografa. Il problema nasce quando si deve passare dal documento in formato elettronico a quello in formato cartaceo. Quando un documento elettronico è stampato, infatti, tutti gli attributi dati dalla firma digitale sono definitivamente persi, quindi il documento stampato necessita nuovamente di essere autenticato con i tradizionali metodi, perdendo così i vantaggi di essere nato in formato elettronico e di essere stato firmato in maniera digitale. Per risolvere questo inconveniente sono state avanzate numerose soluzioni, ma tra tutte quelle proposte quella che riscuote i maggiori consensi e che si sta diffondendo più rapidamente è quella dei cosiddetti timbri digitali.
Tale problema si evidenzia soprattutto negli ambiti in cui sono frequenti i passaggi dal formato elettronico a quello cartaceo: è questo il caso della Pubblica Amministrazione e del rapporto tra questa e i suoi utenti (cittadini e imprese). In particolare, possiamo identificare diversi casi pratici come ad esempio il rilascio di documenti ufficiali quali abilitazioni, permessi di soggiorno, concessioni, autorizzazioni, visti, nulla osta, certificati anagrafici o di residenza, certificati di proprietà di veicoli, licenze, visure catastali e commerciali. Oppure ricevute di pagamento come, ad esempio, transazioni online, ricevute di bonifici, estratti conto contributivi, pagamenti di tasse e imposte online, abbonamenti o iscrizioni a servizi pubblici.
È forte l’esigenza di proteggere tali documenti in tutte le fasi del loro ciclo di vita, indipendentemente dal supporto utilizzato sia esso cartaceo o elettronico. Nella soluzione al problema proposta con i timbri digitali il documento elettronico firmato è trasformato in un codice grafico bidimensionale capace di contenere l’intero documento e la sua firma digitale. Ovviamente il timbro digitale deve stampare tali informazioni in una maniera codificata e leggibile da strumenti elettronici. Questo accorgimento permette anche di realizzare documenti cartacei che riportino stampate, e leggibili, solo le informazioni pubbliche del documento, mantenendo tutte le informazioni riservate e/o sensibili crittografate all’interno dello stampato. L’accesso a queste informazioni sarà consentito solo a coloro che hanno le necessarie autorizzazioni.