Un PC ogni 10,9 studenti: è questa la fotografia scattata dall’ultimo rapporto Eurispes, presentato nei giorni scorsi.
In particolare, la stima riguarda il 2004. Si tratta di un dato in crescita, considerando che tre anni prima, nel 2001, il rapporto si fermava a un computer ogni 14,2 alunni. Un dato interessante, inoltre, se si considera che la media europea non va oltre i 13 studenti.
Dunque, un notevole passo in avanti per le nostre scuole che dimostrano di recepire i cambiamenti dettati dalla società odierna.
Stessa situazione per quanto riguarda l’utilizzo della banda larga: l’86% delle strutture scolastiche risulta coperto. Nel dettaglio la navigazione è veloce per più di 500 mila computer (180 mila circa nel 2001) e, nello stesso arco temporale (quindi dal 2001 al 2004), il Sud ha lentamente recuperato il divario digitale rispetto al Nord.
Eppure qualcosa sembra non andare per il verso giusto. Per quel che riguarda le competenze degli studenti non sembra esserci alcun problema: i ragazzi dimostrano di saper utilizzare molto bene le nuove tecnologie. Lo stesso si può dire dei docenti, che dichiarano di conoscere e usare alla perfezione strumenti come la posta elettonica, Internet e Office Automation.
La questione deve essere, dunque, rintracciata in un altro “luogo”. I docenti, e questo è il problema, usano metodi di insegnamento che non sono al passo con i tempi. Le loro capacità si dimostrano poco flessibili e non in grado quindi di fare proprio il nuovo modo di apprendere la conoscenza, dettato dalle leggi di Internet.