Con il decreto dello scorso 21 dicembre 2007 (GU n. 2 del 3-1-2008) il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fissato per il prossimo 29 febbraio 2008 la fine della fase sperimentale circa il monitoraggio della spesa sanitaria in 8 regioni italiane (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle D’Aosta e Veneto), e la sua definitiva entrata in vigore a partire dal giorno successivo.
Fulcro di tale progetto sono ovviamente le tecnologie informatiche ed i dispositivi elettronici di recente introduzione, in particolare la cosiddetta tessera sanitaria. Distribuita a partire dal 2004 a tutti gli assistiti italiani, nella sua versione normale riporta i dati anagrafici ed il codice fiscale del proprietario e, sul retro, i codici necessari per garantire ad ogni cittadino italiano l’assistenza sanitaria in ogni paese della Comunità Europea (con l’aggiunta di Svizzera, Liechtenstein, Norvegia e Islanda), in sostituzione del vecchio modello cartaceo E111. Sempre nella parte posteriore, inoltre, i medesimi dati dell’assistito sono ripetuti sotto forma di codice a barre e memorizzati su banda magnetica, al fine di consentirne la lettura da parte dei diversi dispositivi elettronici.
Dal punto di vista dell’utente, uno dei vantaggi della tessera sanitaria (che – salvo in Lombardia – non sostituisce il vecchio libretto sanitario) è la velocizzazione di tutto l’iter sanitario, per prescrizioni mediche, prenotazioni di esami e visite specialistiche, ritiro di referti e medicinali, o anche per fruire di cure termali. Viceversa, dal punto di vista degli Enti Pubblici vuole essere un efficace strumento per il monitoraggio di tutte le spese sanitarie, dalla quantità e qualità delle prescrizioni mediche, alle statistiche sull’utilizzo dei servizi ospedalieri, fino ai dati dettagliati relativi al consumo di farmaci (ad esempio se di marca o generici, se prelevati da assistiti dotati di esenzione).
Di genere differente sono invece le tessere sanitarie di Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Sicilia, in quanto dotate anche di un microchip che consente agli utenti di usufruire di servizi aggiuntivi (una volta abilitati), quali la fornitura rapida di certificati anagrafici o di altro genere presso gli uffici pubblici, il pagamento di servizi vari e la possibilità di ottenere finanziamenti regionali.
Tutte queste potenzialità, che valgono a denominare la tessera sanitaria di queste 3 regioni come carta regionale dei servizi, dovrebbero consentire di rendere più facile la vita ai cittadini lombardi, friulani e siciliani, i quali ? una volta implementato il servizio – dovrebbero avere anche la possibilità di effettuare queste operazioni a casa dal proprio computer.