L’Università di Bologna… virtualizzata

di Noemi Ricci

2 Gennaio 2008 09:00

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Passare da 200 a 7 server e da 35 a 4 sistemisti. E inoltre implementare un sistema di business continuity e di disaster recovery. Il CeSIA ci è riuscito con la virtualizzazione e un cambiamento gestionale

Come tutte le università, anche quella bolognese si poggia sulla rete GAR ed in particolare su Lepida (Rete a banda larga delle Pubbliche amministrazioni dell’Emilia-Romagna), grazie alla quale è stato possibile decentrare di fatto l’intera server farm sul territorio. Ovviamente si è dovuto formare in primo luogo il personale, operazione molto gravosa, perché è stata necessaria una completa riorganizzazione e gestione del cambiamento di persone che usavano ancora vecchi e inutili sistemi, che per molti aspetti, a stessa detta del rappresentante della CeSIA, può risultare più complicata della gestione dei server stessi.

Allo stato attuale sono in grado di gestire 3 nodi del backbone cittadino come se fossero in uno stesso ambito. Il controllo delle Virtual Machine avviene centralmente, il che significa anche che ci sono operatori esterni che fanno supporto 24 ore su 24.

Lo scorso anno l’ateneo ha subito un sabotaggio da parte di alcuni studenti che hanno chiuso i sistemi di condizionamento dall’esterno (dall’interno il sistema è estremamento protetto, in questo senso risulta molto importante l’analisi dei rischi) grazie ad un ottimo sistema di monitoraggio interno-esterno in 12 minuti sono stato in grado, contattando “le persone giuste”, di riattivarlo, mentre le applicazioni strategiche d’ateneo venivano passate da un sito ad altro in modo automatico.

Il tutto utilizzando un solo server, ottenendo un rapporto fisico/virtuale di 30 a 1, ovvero 30 server sono stati concentrati in in un singolo hardware fisico. Significa che la server farm, senza aver bisogno di comprare nuovi sistemi di condizionamento (nel 2004 erano arrivati a doverli raddoppiare), senza dover cambiare il sistema di gruppi di continuità nel gruppo elettrogeno, è riuscita a concentrare 200 server su 7 calcolatori (8 core, 32GB RAM, 2xHBA, 4xNIC 1 Gbps).

Chiaramente virtualizzando i server si virtualizza anche la gestione della rete, grazie agli switch virtuali, così si ha la possibilità di monitorare tutti i vari parametri anche quelli della rete stessa. Tra gli altri aspetti fondamentali ottenuti citiamo infine lo strettissimo controllo nella logistica della sala server, comprese logistiche quali: il controllo del calore (antincendio); le repliche remote sincrone e asincrone dei dati, attraverso le reti MAN e WAN; una nuova distribuzione elettrica ridondata, molto minore ripetto la situazione precedente; sistema di monitoraggio ambientale; sistema di controllo accessi; monitoraggio via rete e SMS dell’infrastruttura.

Abbiamo quindi visto che la virtualizzazione, in presenza di una rete potente e di un cambiamento gestioniale come quello dell’Università di Bologna, permette di centralizzare e semplificare i sistemi di calcolo e disco di una grande organizzazione.