Non solo rivelazioni scottanti che potrebbero mettere in difficoltà i rapporti diplomatici tra diversi Paesi nel mondo, tanto che il Ministro degli Esteri Franco Frattini ha parlato di “11 settembre della diplomazia”, nei documenti “top secret” pubblicati da ieri su Wikileaks ci sono anche alcuni retroscena che riguardano la vicenda degli attacchi subiti da Google e ad altre aziende alcuni mesi fa.
A dire il vero, più che di rivelazioni in questo caso sarebbe giusto parlare di conferme, visto che fin dai primi giorni in cui Google svelò di aver subito degli attacchi furono in molti, compresa la stessa BigG, ad identificare nella Cina il paese di provenienza, con tanto di pista che portò a sospettare di due scuole cinesi.
Oggi ecco la conferma: dietro l’attacco alle aziende americane c’era il Politburo cinese e quindi erano coinvolti i vertici istituzionali del Paese, quei vertici che avevano smentito indignati le accuse arrivate dagli Stati Uniti all’epoca dei fatti.
Va precisato che secondo quanto pubblicato da Wikileaks, la verità era già a conoscenza dell’ambasciata USA a Pechino (e quindi anche di Washington) attraverso un contatto cinese ed è logico ipotizzare che le rivelazioni delle scorse ore non cambieranno il corso dei rapporti tra Cina e Stati Uniti.
La stessa cosa, quindi, è ipotizzabile per Google, le cui attività cinesi non dovrebbero subire conseguenze da quello che in fondo è stato solo un “rendere di dominio pubblico” dei fatti e delle responsabilità che i protagonisti interessati conoscevano già.