Nuove rivelazioni arrivano a riaccendere la mai sopita polemiche che vede USA e Cina in una specie di braccio di ferro infinito giocato anche e soprattutto sulla Rete, con presunti attacchi, boicottaggi e adesso dirottamenti di traffico peraltro quasi sempre smentiti.
A riaccendere il fuoco delle polemiche ci pensa adesso McAfee, che ha comunicato di aver rilevato la scorsa primavera un dirottamento di 18 minuti del traffico Web americano, e non solo, verso le strutture di China Telecom, il provider delle telecomunicazioni del paese asiatico controllato dal governo di Pechino.
A quanto pare, lo scorso 8 aprile, le informazioni, sia militari che di molte aziende ed enti, circolate in un periodo di 18 minuti, sono state reindirizzate in Cina prima di raggiungere la loro destinazione finale, lasciando aperto a qualsiasi ipotesi il dubbio su cosa sia accaduto a queste informazioni in quel preciso lasso di tempo.
Ad essere colpite sono state anche le comunicazioni che interessavano altri paesi alleati degli Stati Uniti, come Australia e India ad esempio, ma quel che appare più inquietante è che, secondo gli esperti di McAfee, un numero imprecisato di email, chiamate tramite VoIP e altre comunicazioni potrebbero essere state intercettate e catalogate, nonché perfino modificate prima di arrivare a destinazione.
Sempre dal blog di McAfee, in cui è stata diffusa la notizia, si fa notare come moltissimi prodotti software di grandi aziende quali Microsoft, Google e Apple, contengano degli appositi certificati autorizzati da diverse istituzioni al fine di garantire un utilizzo per quanto possibile lecito di questi prodotti, certificati tra i quali ne figura anche uno imposto da “China Network Information Center”, ente che fa capo al Ministero cinese per l’Industria Informatica.
La Rete è vulnerabile e continua ad esserlo, informano da McAfee, pertanto non sono da escludere nuove azioni di questo tipo i cui rischi e impatti sui rapporti tra governi sono tutti da valutare.