Un’indagine portata avanti da Courion riporta dati imbarazzanti sulla sicurezza dei dati e degli accessi alle cloud application a livello aziendale.
Una società su sette ha ammesso di essere a conoscenza della possibilità che le loro applicazioni cloud siano vittima di potenziali violazioni, ma non sanno come porre rimedio al problema e ancor peggio, il 78.4% non ha identificato i responsabili della sicurezza dei dati cloud all’interno della loro azienda.
Da un sondaggio condotto a livello mondiale nel mese di ottobre 2010, su trecentoottantaquattro manager di grandi imprese con oltre mille dipendenti, emerge che oltre il 10% in più di loro rispetto allo scorso anno non è a conoscenza di quali sistemi o applicazioni i dipendenti hanno accesso.
Sintomo di un’allarmante crescita della mancanza di controllo delle imprese sull’accesso dei loro dipendenti, che l’adozione di soluzioni cloud non ha fatto altro che aggravare.
Quasi la metà, il 48,1% degli intervistati, ha detto di non poter escludere che se si verificassero gli accessi alle cloud application utilizzate a livello aziendale, si arriverebbe alla conclusione che molti rappresentano vere e proprie violazioni, di cui in assenza di controlli, si è totalmente all’oscuro.
Un ulteriore 15,7% ammette di esser consapevole del fatto che esista la possibilità di violazioni di accesso, ma aggiunge di non sapere come poter intercettarle e porvi rimedio.
Più di tre quarti dei manager intervistati non si ritiene responsabile per la sicurezza dei dati nel sistema di cloud application aziendali: mentre il 13% non sa chi debba occuparsene, il 65,4% attribuisce questa responsabilità alle società da cui provengono i dati, al provider delle applicazioni e al fornitore di servizi cloud.
Maggiormente preoccupante è il trend ad aumentare della mancanza di conoscenza sulle applicazioni a cui hanno accesso i dipendenti: dal 52,8% del 2009 al 61,2% dei manager interpellati nel 2010 dichiara di avere conoscenze limitate o nulle a riguardo.
Alla domanda se pensano che le loro aziende siano sicure, il 64,3% ha risposto di no, contro il 57,9% dello scorso anno.