Dal 1 gennaio al 30 giugno 2010, Google ha ricevuto dall’Italia 651 richieste finalizzate ad ottenere informazioni sui propri utenti e alla cancellazione di 1.655 contenuti pubblicati online sulle piattaforme gestite dall’azienda di Mountain View. Lo rivelano i dati messi a disposizione da bigG attraverso il nuovo strumento Transparency Report.
Si tratta di una pagina che raccoglie i dati relativi a 38 paesi di tutto il mondo, per i quali è possibile sapere quante volte enti governativi o realtà private hanno inoltrato domande per accedere a informazioni sugli utenti Google o per l’eliminazione di materiale dai più disparati servizi, come Blogger, Groups e YouTube. Il tutto all’interno di un’interfaccia basata sulle cartine geografiche di Maps.
Quale sia l’obiettivo di una simile operazione è facilmente intuibile, sebbene l’azienda non ne abbia parlato in modo esplicito: consolidare la fiducia degli utenti, messa alla prova di recente da alcuni episodi poco chiari e potenzialmente dannosi per l’immagine fino ad allora immacolata di Google. Uno su tutti quello relativo alle pratiche di wardriving, ritenute involontarie, delle auto impegnate nella mappatura dei territorio per il servizio Street View.