Certamente non c’è da stare allegri. Ogni qual volta viene tenuta una conferenza sulla questione sicurezza informatica, i dati tirati fuori sono sempre allarmanti e gli scenari futuri apocalittici.
Non ha fatto eccezione il Security Summit, organizzato a Roma dall’Associazione italiana per la sicurezza informatica (CLUSIT): ogni secondo nel mondo un nuovo attacco informatico va a segno, con un volume giornaliero di 50.000 file infetti in giro per la Rete. Ma a preoccupare sono più le prospettive per il futuro, si prevede infatti una maggiore specializzazione degli attacchi verso infrastrutture critiche, dalle centrali elettriche alle strutture ferroviarie, fino (addirittura) ai satelliti in orbita attorno alla Terra.
I danni potrebbero arrivare, in dieci anni, alla soglia 250 miliardi di euro: una cifra spaventosamente alta. E come ha chiarito il prof. Angelo Jannone, docente di criminologia dell’università di Roma La Sapienza, l’Italia non risulta affatto estranea a questo processo:
Attenzione alle infrastrutture critiche informatizzate e interconnesse. Per il prossimo decennio è prevista una probabilità di attacchi ad esse del 20%. Proteggerle è un dovere.
Ad ogni modo, che la situazione sia critica non ce ne accorgiamo solo ora; l’impressione, però, è che in queste conferenze, dove ricordiamo partecipano soprattutto aziende attive nel settore della sicurezza, si tenda eccessivamente al pessimismo e alle notizie ad effetto.