D’ora in poi, i dipendenti Google che vorranno continuare ad utilizzare un computer equipaggiato con sistema operativo Windows, dovranno richiedere un’apposita autorizzazione ai vertici aziendali. A partire dallo scorso mese di gennaio le piattaforme Microsoft sono bandite dagli uffici di bigG, in seguito agli attacchi provenienti dal territorio cinese subiti dall’azienda nel 2009.
A renderlo noto sono alcuni impiegati di Mountain View, con dichiarazioni ancora non confermate ufficialmente, ma che già stanno facendo il giro dell’intero Web, come riporta anche il sito del Financial Times.
In molti hanno scelto di passare a Mac, altri sono ora al lavoro su PC equipaggiati con Linux, strizzando così l’occhio alla filosofia open source tanto in voga in casa Google. Per alcuni l’occasione è quella giusta per testare Chrome OS.
La sicurezza dei propri sistemi e delle informazioni riservate è dunque il fattore chiave che avrebbe spinto a una simile decisione. Windows è troppo vulnerabile agli attacchi come quello portato a termine lo scorso anno e Google non vuole rischiare un secondo scivolone.
È comunque difficile non convenire sul fatto che, iniziando dal suo interno, quella di Google (sempre che venga confermata da fonti ufficiali) può essere letta anche come una mossa indirizzata a minare lo strapotere di Microsoft nel settore dei sistemi operativi. Le due realtà si combattono ormai da anni su diversi fronti: dai motori di ricerca, dove bigG detiene di fatto il monopolio, ai client di posta elettronica online. In futuro lo scontro andrà in scena anche sul versante S.O., attualmente fagocitato quasi per intero dalle piattaforme Windows, ma che potrebbe evolvere in direzioni fino ad oggi inattese.