Firefox, il browser open source di Mozilla, continua imperterrito a guadagnare quote di mercato e consensi un po’ da tutti quelli che lo usano, ponendosi come il programma per la navigazione più interessante tra le varie alternative, pur buone, proposte dal mercato.
Molti giudizi positivi sono dovuti a qualità come, ad esempio, le enormi possibilità di personalizzazione del programma date dall’utilizzo dei plugin, le prestazioni e la compatibilità garantita con i più moderni standard Web, nonché l’aspetto relativo alla sicurezza, una caratteristica che ha contribuito alla fama e al successo di Firefox.
Tuttavia, l’aspetto della sicurezza, che forse più di ogni altro ha fatto diventare Firefox il browser di successo che è adesso, sembra non essere più ai valori di un tempo.
Stando ad una relazione rilasciata da Cenzic, una società operante nel campo della sicurezza in Rete, è proprio il software di Mozilla quello che ha presentato il maggior numero di vulnerabilità nella prima parte dell’anno, scalzando da questa particolare graduatoria il rivale, e per questo sempre criticato, Internet Explorer.
A quanto pare, i numeri dicono che Firefox raccoglie il 44% delle vulnerabilità totali, mentre in seconda posizione, con il 35%, si piazza Safari, passi avanti invece per Internet Explorer, che quest’anno è in terza posizione con “solo” il 15% delle vulnerabilità, mentre una nota di merito va ad Opera, il browser scandinavo che è stato “protagonista” in appena il 6% dei potenziali pericoli scoperti nei software di navigazione.
A prima vista questa potrebbe sembrare una bocciatura totale per Firefox e una mazzata alla sua ascesa. Ma è davvero così? Sembra di no e i motivi sono essenzialmente due e sono legati alla stessa struttura e al successo del browser.
Il primo è che la crescente popolarità di Firefox lo espone, inevitabilmente e conseguentemente, alle “attenzioni” non proprio gradite dei soliti criminali del Web, che vedono ora, alla luce dell’accresciuta visibilità raggiunta dal browser, uno degli obiettivi privilegiati per portare i propri attacchi, esattamente come accade in ambito OS, con Windows costantemente sotto attacco a causa della sua popolarità, o come quanto capitava fino all’anno scorso con lo stesso Internet Explorer, adesso meno sotto i riflettori anche perché meno diffuso.
L’altro motivo è invece quello dei plugin di terze parti, che renderebbero Firefox più vulnerabile per “falle” spesso non direttamente legate al codice del browser in sé ma a difetti e bug compresi nel plugin stesso.
In pratica quella che è una delle ragioni di successo di Firefox è anche un suo “difetto” non di poco conto, un difetto che però Mozilla sembra intenzionata a correggere presto “isolando” il suo software dai plugin funzionanti su di esso, al fine di garantire la sicurezza di base anche in caso utilizzo di estensioni non sicure.
Insomma qualche “giustificazione” a questo primato non certo lodevole c’è, anche se ciò non significa che Firefox è così sicuro come spesso si crede o come spesso “l’immaginario popolare” lo dipinge. Come ogni software, anche il prodotto di Mozilla ha i suoi bug e i suoi limiti, anche più della concorrenza, a volte.