In una recente intervista durante una conferenza a Singapore, Eugene Kaspersky non ha lasciato spazio a dubbi su quella che secondo lui è ad oggi la principale causa dell’insicurezza IT: l’anonimato su Internet.
Il creatore dell’omonimo antivirus è infatti convinto che la struttura di Internet, pensata inizialmente per militari e università, non avrebbe dovuto essere estesa al pubblico “comune” senza associare al suo utilizzo un passaporto digitale che permettesse l’identificazione univoca di ogni singolo utente.
Questa sorta di “patente” per poter utilizzare Internet dovrebbe quindi essere obbligatoria e richiesta dai singoli stati ai loro cittadini. Un’impresa che dovrebbe scontrarsi con una burocrazia e dei costi difficilmente affrontabili, oltre che con un buon numero di “naviganti” abituati a godere della massima libertà.
Una buona parte della “colpa” sarebbe dei governi, troppo concentrati sui propri confini nazionali per avere una visione d’insieme della Rete, che difatti non gode di queste limitazioni. Sarebbe quindi auspicabile la inoltre la costituzione di una polizia internazionale dedicata ad Internet. Gli stati dovrebbero inoltre sottoscrivere degli accordi internazionali per gestire il tutto, e quegli stati che non volessero firmare o non fossero in grado di rispettare tali accordi dovrebbero semplicemente essere “tagliati fuori”.
Vista la recente presentazione di Security Essentials, mister Kaspersky coglie l’occasione per dare qualche consiglio a Microsoft e per demolire alcuni preconcetti.
Secondo Kaspersky il nuovo antivirus di Redmond non è da considerarsi un cattivo prodotto, come non lo era il defunto OneCare. Microsoft dovrebbe piuttosto risolvere un problema di marketing. Dopo “tre generazioni” è difficile che gli utenti possano associare a Microsoft l’immagine di un buon prodotto per la sicurezza. Sarebbe meglio creare un nuovo brand, staccata da Microsoft ma posseduta al 100%, a cui affidare lo sviluppo e la commercializzazione dei prodotti per la sicurezza.
Un nuovo brand per Microsoft e la fine dell’anonimato in Internet. Cosa ne pensate di questa ricetta?