Google attraverso il Dev channel ha distribuito la nuova versione di Chrome, la 4.0.220.1.
Assieme ai vari bug fix nella versione Windows del browser è stata integrata la tecnologia open source che va sotto il nome di Native Client che consente l’esecuzione di codice nativo x86 all’interno delle Web application.
Native Client fino ad ora era disponibile unicamente sotto forma di plugin per Firefox e l’installazione non era una procedura tanto semplice.
Nonostante il grosso vantaggio di essere tipicamente più veloci di applicazioni Flash o del codice JavaScript, i client nativi devono girare in un ambiente sicuro (modello sandbox) che protegga il sistema sottostante da problemi causati da crash o attacchi di vario tipo.
I dettagli dell’implementazione dell’architettura Native Client sono disponibili in questo paper di Google. Disponibili per il download anche gli SDK per i sistemi Windows, Mac OS X e Linux.
A leggere il documento l’obiettivo è piuttosto chiaro:
Native Client aims to give browser-based applications the computational performance of native applications without compromising safety.
Maggiori performance senza compromettere la sicurezza.
Staremo a vedere come si evolverà il progetto e soprattutto i vantaggi che sarà in grado di apportare quando sarà rilasciato nelle versioni stabili di Chrome.