Stando ad una ricerca condotta dalla Commissione Europea, all’Italia spetta il poco felice primato continentale nella produzione di spam.
Il 3% del volume totale delle email che ogni giorno infestano i computer sparsi su tutto il globo parte proprio dal nostro paese. Alle sue spalle Spagna (2,9%), Gran Bretagna (2,7%) e Germania (2,4%).
Anche Russia (6,4%) e Turchia (4,4%) sono parecchio prolifiche, in una classica che a livello mondiale, vede primeggiare Stati Uniti (19,8%) e Cina (9,9%), con l’Italia saldamente ancorata all’ottava posizione.
Oltre a rappresentare un problema per chi quotidianamente ne ha a che fare, nonostante evoluti filtri e software costantemente aggiornati, lo spam è da considerare anche una vera e propria piaga in termini ambientali.
Una recente ricerca di McAfee ha infatti evidenziato come ogni anno l’invio di email non desiderate consumi 33 miliardi di KWh, generando le medesime emissioni nocive di 3,1 milioni di automobili.
La legislazione per arginare il fenomeno non manca, con norme precise e pene severe per i trasgressori attive fin dal 2003. Ciò che latita è la loro applicazione, in atto concretamente solo in alcuni paesi come Spagna, Ungheria e Paesi Bassi.