Se pensiamo che il pericolo per la salvaguardia dei nostri dati personali contenuti nel disco fisso del nostro PC sia rappresentato solamente dalle minacce provenienti da una navigazione poco controllata su Internet, non dobbiamo sottovalutare altri pericoli molto più vicini a noi, come quello del cosiddetto podslurping.
Si tratta di un metodo molto particolare di furto dei dati riservati, per due motivi. Innanzitutto è effettuato manualmente da chi ci sta accanto (colleghi di lavoro, amici non troppo fidati e gente che per qualche motivo potrebbe avvicinarsi al nostro computer personale o dell’ufficio). Poi è effettuato con mezzi molto comuni e sfruttando delle scuse particolari.
Il podslurping consiste infatti nella copia dei dati riservati contenuti nel PC tramite l’utilizzo di software appositamente creati per questo scopo, mascherati solitamente da player musicali. Il malintenzionato collegherà con una scusa un supporto rimovibile al computer (magari chiedendoci il permesso di ricaricarlo attraverso una porta USB) e i dati voluti saranno copiati nel supporto stesso automaticamente, grazie alle istruzioni contenute nel software.
Facciamo molta attenzione a non permettere un collegamento di questo tipo a gente di cui non ci fidiamo completamente, nemmeno se si tratta di supporti in cui è impossibile scrivere dati. È ovvio, ad esempio, che in un CD il software non potrebbe copiare nulla se non con un processo di masterizzazione. Però il programma potrebbe semplicemente permettere il trasferimento dei dati in rete (se il nostro PC è collegato in una LAN) e i documenti saranno quindi pienamente accessibili anche successivamente, a nostra insaputa.
Possiamo anche, per rimediare, utilizzare gli strumenti che Windows ci offre per disabilitare l’autorun, in modo che il software contenuto nel CD o nella pen drive non si avvii in automatico e non lavori in background senza che noi possiamo intervenire.