Avete espresso ben più di una critica anonima (e gratuita) nei confronti di un’azienda vostra concorrente nel vasto mondo della Rete? Attenzione! Chi confida nell’anonimato dei messaggi web per certi tiri dovrà stare in guardia: ricercatori canadesi della Concordia University hanno sviluppato una tecnica in grado di risalire all’identità dell’autore di testo scritto, sia esso una email o un commento rilasciato all’interno di un social network, a partire da una impronta distintiva che ognuno di noi si lascia dietro inconsapevolmente, tra i caratteri di ciò che scrive.
Ogni persona lascia infatti delle tracce attraverso ciò che scrive: lo si può osservare dal modo con cui vengono composte le frasi, dai tipici errori che vengono commessi, dalla predilezione per certi vocaboli e dal modo con cui viene utilizzata la punteggiatura. Questi ed altri pattern ricorrenti vengono quindi posti in evidenza da un apposito software e utilizzati per identificare l’autore, con un’accuratezza dell’80%-90%.
Naturalmente, un testo anonimo potrà condurre all’autore solamente nel caso in cui i suoi pattern ricorrenti siano già stati estrapolati da un certo numero scritti. In alcune circostanze la cosa può risultare meno difficile del previsto, come ad esempio sul posto di lavoro, dove è pressoché impossibile non rintracciare testi scritti dai dipendenti. Non per nulla, i test sull’efficacia di tale tecnica sono stati svolti utilizzando 200 mila messaggi inviati da 158 dipendenti della Enron Corporation!
Nella peggiore delle ipotesi, i testi tramite i quali realizzare le “impronte” possono essere anche estrapolati da post o commenti rilasciati sul Web, come ad esempio all’interno dei social network, di blog o forum.
Nonostante si tratti di una metodologia pensata per combattere i cyber-criminali che si nascondono dietro la posta di provenienza ignota, si tratta comunque di un’ulteriore minaccia per la propria privacy; attenzione quindi alle email non firmate inerenti all’ambito lavorativo, specialmente se non vengono utilizzare per fare proprio dei complimenti (e anche ai social network, quelli in qualche modo sono sempre fonte di grattacapi).