Apple spia i movimenti degli utenti iPhone e iPad?

di Giuseppe Cutrone

Pubblicato 22 Aprile 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:47

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Gli utenti di iPhone e iPad sarebbero tutti potenzialmente spiati da Apple. Lo sostengono alcuni ricercatori, che dopo aver studiato un file presente sui dispositivi “incriminati”, sono arrivati alla conclusione che contiene diversi dettagli relativi agli spostamenti di cui l’apparecchio è stato protagonista.

In altre parole, il file conterrebbe una sorta di sequenza cronologica associata da coordinate spaziali costantemente aggiornate ed è quindi in grado, almeno potenzialmente, di consentire a chi vi accede di ricostruire indirettamente la cronologia degli spostamenti del possessore dell’iPhone o dell’iPad su cui è installato.

A scoprire il file “consolidated.db” (questo il nome del file) sono stati i ricercatori Alasdair Allan e Pete Warden durante la Where 2.0 conference di Santa Clara. I due hanno notato la presenza del file lavorando su iOS 4 e si pensa proprio che la sua introduzione sia legata all’ultima release del sistema operativo di Cupertino, per scopi che, ad oggi, restano ancora sconosciuti.

I dati, a quanto si apprende, non sempre sono attendibili ma servono comunque – a chi li può leggere – di farsi un’idea abbastanza precisa di come, quando e dove lo smartphone o il tablet in questione è stato spostato in un determinato periodo di tempo monitorato.

La casa californiana non ha mai accennato alla presenza di questo archivio sui propri dispositivi, cosa ancora più incredibile per il fatto che la registrazione degli spostamenti degli apparecchi avviene in maniera totalmente trasparente all’utente, a cui non viene chiesto il consenso né presentata una qualche notifica. Il file, inoltre, sembra sia facilmente accessibile, cosa che espone i dati in esso archiviati ad avere una certa visibilità nel caso in cui l’apparecchio finisse nelle mani di gente poco fidata.

Adesso ad Apple spetta l’obbligo di fornire tutte le spiegazioni necessarie ai propri clienti, spiegando se la presenza del file sia in qualche modo legata a una futura applicazione basata sulla geo-localizzazione o su qualche altra tecnologia e soprattutto perché la sua presenza è stata tenuta nascosta agli utenti.