Nonostante sia in netto aumento l’utilizzo dei sistemi online per effettuare transazione bancarie in tutta comodità da casa o dall’ufficio, una ricerca 2008 effettuata dall’Università del Michigan sui siti di eBanking americani riporta risultati allarmante per gli utenti.
Dallo studio effettuato negli Usa sarebbe emerso infatti che ben il 75% dei siti di banche che offrono servizi di Home banking non sarebbe affatto sicuro. I ricercatori avrebbero analizzato e passato in rassegna 214 siti web di istituto di credito, tra i quali tre su quattro risultano avere almeno un buco attraverso cui è possibile rubare informazioni e soldi.
I siti presentano dunque dei grossi errori di progettazione che li rendeno vulnerabili agli attacchi esterni. Nella gran parte dei casi (47%) sono le pagine di accesso ad essere a rischio, ovvero le pagine in cui è presente il box per inserire i preziosi dati di login e password del proprio account.
Il via libero agli hacker arriverebbe anche dalla pubblicazione di informazioni anagrafiche con quelle del conto bancario e dalle email che si ricevono dalla banca stessa. Risulta infatti che un istituto su tre non adotti alcun sistema di sicurezza.
Ovviamente, le conseguenze di una tale superficialità sono disastrose: negli Usa si è assistito ad un aumento delle intrusioni nei siti bancari addirittura del 150% fra il primo e il secondo quadrimestre del 2007. In termini economici parliamo di perdite ingenti che solo nei secondi quattro mesi sono arrivati a quota 16 milioni di dollari.
Di contro c’è da dire che gli utenti si mostrano sempre più accorti, anche se, come ha spiegato lo stesso Akul Prakash che ha coordinato lo studio, ci sono banche che rendono complicato se non impossibile l’effettuare operazioni di home-banking in maniera sicura.