Mobilità significa “connettere qualsiasi dispositivo a qualsiasi rete in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento”. Nonostante l’altisonante ridondanza, non possiamo certamente dire che l’autore di questa definizione sia “uno qualsiasi”.
A proferire queste parole è stata infatti Cisco, nella persona del CEO John Chambers, che la scorsa settimana ha illustrato la nuova filosofia sulla mobilità sposata dall’azienda, dal prestigioso palcoscenico del GSMA Mobile World Congress. Al di là dei proclami ad effetto, cerchiamo di capire cosa intende Cisco, e soprattutto in che modo le sue parole possono essere tradotte in pratica per le imprese.
Nel prossimo stadio evolutivo di Internet, sentenzia Chambers, il ruolo chiave sarà rivestito dai dispositivi mobili. “Molti pensano alla mobilità in termini di dispositivi hardware, ma la sfida è pensare alla mobilità come combinazione di reti“ disponibili, appunto, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.
Nella visione di Cisco quindi, le differenze tra network su cavo e network senza fili si fa sempre più labile, e ad essere “mobili” non sono più soltanto i dispositivi ma soprattutto i contenuti. Qualcosa che ricorda da vicino le parole che Bill Gates proferì lo scorso anno al CES, e che dipingevano un vero e proprio “ecosistema connettivo” nel quale l’utente sarà presto immerso.
Se queste visioni diventeranno realtà – e, visto il calibro dei visionari, è solo questione di tempo – le imprese si troveranno in un ambiente caratterizzato da un altissimo livello di connettività . Se ci pensate siamo già sulla buona strada. In ufficio, le connessioni fisse (ADSL & Co.) sono “always on”, un’eventualità tutt’altro che scontata 4 o 5 anni fa. Le connessioni mobili (UMTS, HSDPA, Wi-Fi) sono sempre più performanti e sono approdate praticamente su ogni tipologia di dispositivo.
Immaginate, quindi, di poter lavorare indistintamente su qualsiasi strumento hardware vi capiti in mano, senza rimpiangere nulla del vostro tradizionale PC Desktop, dalle videoconferenze al software gestionale (grazie al SAAS). Cosa volete di più dalla vita?