Nel Report on the Underground Economy, indagine dedicata dalla Symantec all’economia sommersa del Web, si legge che il mercato del cybercrimine vale oltre 276 milioni di dollari. Per arrivare a questo dato, si è calcolato il valore dei beni che sono sottratti illegalmente e che rientrano nel giro commerciale di hacker e criminalità, che gestiscono una fetta importante del commercio on line.
In realtà i 276 milioni di dollari sono solo una parte del guadagno realizzato illecitamente su Internet, infatti, se consideriamo il ricavato dal furto dei dati delle carte di credito, la somma arriva, soltanto per questo tipo di crimine, a più di 5 miliardi di dollari.
Le carte di credito rappresentano la forma più fruttuosa di guadagno per i cybercriminali, perché le modalità di appropriazione dei dati sono molte e quindi più numerose sono anche le possibilità di trarre vantaggi economici, comprese le garanzie di sconti promesse ai criminali che acquistano carte di credito in grande quantità.
Riguardo ai furti on line tramite le carte di credito occorrono, oltre agli opportuni controlli da parte delle autorità competenti, misure adeguate anche da parte degli utenti del Web, i quali devono essere estremamente prudenti nel fornire i dati e soprattutto la password del loro conto e allo stesso tempo diffidare delle email civetta, che imitando quelle delle società bancarie, col pretesto di falsi controlli, conducono gli utenti in siti completamente fasulli, per captare i loro dati bancari.
Al secondo posto delle modalità di facile guadagno per il cybercrimine sono proprio i conti bancari, che rappresentano il 20% delle fonti di entrata per i criminali on line. I dati che riguardano i conti bancari hanno un prezzo compreso tra 1 10 e i 1000 dollari e complessivamente il saldo medio di questi conti ammonta a quasi 40.000 dollari.
Dall’indagine condotta dalla Symantec è emersa anche una sorta di “classifica” dei paesi maggiormente coinvolti nell’ospitare la maggiore quantità di server dedicati alle attività sotterranee sul Web: America del Nord con il 45%, regione Emea con il 38%, regione dell’Asia e del Pacifico con il 12% e America Latina con il 5%.