Iran, è a rischio vivere da blogger

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 25 Novembre 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:48

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Per una volta facciamo uno strappo alla regola e parliamo di un tema non strettamente legato alla IT Security ma che ci sta particolarmente a cuore. Nella maggior parte dei paesi del mondo è ormai consuetudine scrivere le proprie riflessioni e i propri pensieri su siti Internet e blog. Tuttavia esistono ancora alcuni paesi in cui esprimere le proprie idee può diventare un’impresa.

È il caso dell’Iran, spesso al centro di iniziative “moralmente discutibili”. Questa volta la notizia riguarda un cittadino iraniano, da poco rientrato in patria dopo aver vissuto per lungo tempo in Canada.

Si tratta di un blogger, Hossein Derakhshan, tra i primi di quella nazione, che si era permesso di rendere pubbliche le proprie opinioni su un blog.Presto le pagine di cui era composto sono diventate molto popolari, spingendo diversi cittadini iraniani ad aprire siti personali con una velocità mai vista prima.

Questa persona, nota con lo pseudonimo di Hoder, dal 2001 non ha mai nascosto le proprie idee politiche e non ha mai temuto un intervento delle autorità per i suoi post, che a suo avviso non contrastavano con le leggi e le direttive iraniane. Questa illusoria libertà di opinione purtroppo non ha avuto una vita molto lunga, Derakhshan è stato infatti recentemente arrestato.

Le voci di corridoio sembrano indicare, come motivazione dell’arresto, una chiara tendenza a scrivere articoli di matrice filo-israeliana. Al momento non è dato sapere in modo ufficiale quali siano le reali cause dell’arresto e, probabilmente, mai saranno rese pubbliche.

La realtà è che la legge nazionale prevede capi d’accusa e condanne per attività divulgative considerate non coerenti con le linee di pensiero del potere. Si pensi solamente che le autorità, nel recente passato, hanno previsto la pena di morte nel caso in cui qualcuno fosse accusato di attentato alla morale della società iraniana sul Web.

Tuttavia molti cittadini iraniani sembrano ribellarsi in modo del tutto civile all’atteggiamento ostativo delle autorità evidentemente preoccupate da una maggiore consapevolezza da parte dell’opinione pubblica. Purtroppo molte iniziative politiche sembrano confermare la strada percorsa finora dal potere, come ad esempio la chiusura degli Internet cafè e la riduzione della banda, oppure il filtraggio del traffico e la chiusura di milioni di siti Web.

Voi che ne pensate delle politiche restrittive adottate da Teheran?