Potrebbe essere la soluzione definitiva per la sicurezza dei dati e per la salvaguardia della privacy, non solo per le grandi aziende ma anche per i comuni cittadini. Stiamo parlando della crittografia quantistica.
A differenza della normale crittografia che sfrutta i principi della matematica classica come ad esempio la moltiplicazione dei numeri primi, la crittografia quantistica sfrutta i principi della meccanica quantistica. La luce vieni quindi interpretata non più come una semplice onda elettromagnetica ma come una propagazione di fotoni. Questi ultimi vengono trasmessi da un utente all’altro sotto forma di codice grazie alla diversa polarizzazione dei singoli fotoni.
Ad un determinato angolo di polarizzazione si fa corrispondere un dato del sistema binario, cioè 0 o 1. Ecco così il messaggio criptato. E per il principio di indeterminazione di Heisenberg il messaggio è impossibile da intercettare in quanto per estrarre qualche informazione bisognerebbe inevitabilmente modificare la polarizzazione di ogni singolo fotone.
Dal 2004 ben quarantuno team di ricerca, provenienti da dodici paesi diversi, hanno collaborato al progetto SECOQC (Secure Communication based On Quantum Cryptography) per lo sviluppo della crittografia quantistica con la partecipazione anche del CNR, della Scuola Normale di Pisa, del Politecnico di Milano e dell’Università di Pavia.
È di pochi giorni fa la notizia della riuscita della prima comunicazione sicura con questo tipo di crittografia in una rete di comunicazione commerciale.