Un giudice federale degli Stati Uniti potrebbe condannare due giovani europei, uno dei quali è inglese, fino a quindici anni di carcere, in conclusione di un’immensa inchiesta condotta dall’FBI a partire dall’ormai lontano 2003.
Su di loro grava l’accusa di aver contribuito attivamente a realizzare un attacco DDoS su larga scala che ha colpito moltissimi server in tutto il mondo, compresi quelli di numerose aziende americane, enti governativi e privati, per una perdita totale che è stata quantificata da 200.000 a più di un milione di euro.
Lee Graham Walker, ventiquattrenne inglese e Axel Gembe, venticinquenne tedesco, sono stati accusati di cospirazione e di danneggiamento intenzionale di più sistemi informatici in tutto il mondo, un’accusa molto grave che potrebbe loro costare la libertà per un bel po’ di tempo.
L’indagine, all’interno della vasta operazione denominata Cyberslam, è stata condotta dalla Polizia Federale americana in seguito alle denunce degli avvenuti attacchi con relativi down dei server e si è conclusa solo qualche giorno fa, con l’individuazione dei due responsabili.
Gli attacchi che sono stati condotti dai due giovani sarebbero comunque stati ordinati molto probabilmente da Saad Echouafni, proprietario della nota azienda che si occupa di comunicazione Orbit Communications, il quale ha contattato un certo Paul Ashley, che si sarebbe interessato successivamente per contattare i due giovani.
Walker e Gembe, nonostante siano riusciti ad effettuare degli attacchi di notevole importanza, hanno però sottovalutato un dettaglio che ha contribuito ad incastrarli. L’FBI ha dichiarato infatti che le conversazioni sulle modalità dello svolgimento dell’attacco e sui progetti di attuazione pratici venivano effettuate dai due semplicemente attraverso un canale della chat IRC.