Steganografia, teoria e pratica (3/4)

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 8 Settembre 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:49

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Oltre all’inserimento di messaggi e informazioni all’interno di file immagine, gli utenti possono mascherare qualsiasi dato anche utilizzando altri formati ed estensioni. Per esempio è possibile generare file steganografici in formato HTML, PDF oppure MP3, come vedremo un questo articolo.

L’ormai completa diffusione del formato audio MP3 ha interessato anche la steganografia e ha spinto gli sviluppatori a produrre software in grado di utilizzare questi file per trasformare altre preziose informazioni.

Tra l’altro questo meccanismo permette di inserire all’interno di file MP3 informazioni riguardanti il copyright, per esempio per scoprire rapidamente se qualcuno sta utilizzando senza autorizzazione un brano da noi prodotto.

In ogni caso, senza entrare nel merito delle finalità per le quali si utilizza la steganografia, la rete rende disponibili una varietà di software, anche per sistemi operativi differenti.

Quello utilizzato per questo articolo è MP3Stego disponibile sia in modalità sorgente e testuale che con una comoda interfaccia grafica in due package differenti.

L’utilizzo attraverso l’interfaccia grafica è elementare. Per la codifica è sufficiente selezionare il pulsante “encode” e indicare il file TXT che si vuole iniettare e il file MP3 di destinazione, mentre per la “decodifica” è sufficiente indicare il file da elaborare.

È possibile inserire una password che impedirà la lettura delle informazioni riservate anche agli utenti più esperti in grado di individuare la presenza di dati all’interno dell’MP3. Proprio questo particolare aspetto sarà il tema dell’ultimo appuntamento con la stenografia. Vedremo quindi come individuare del contenuto apparentemente inesistente e come cercare di estrapolarlo dal contenuto originale.