Quando essere sicuri significa essere spiati

di Gianluca Rini

Pubblicato 9 Luglio 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:49

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Vorremmo mai essere spiati mentre camminiamo per strada? La risposta è no, ovviamente. Eppure in Inghilterra è qualcosa di “normale”.

Le telecamere sparse in giro per le vie del Regno Unito (o almeno in quelle delle grandi città) servono per legge a registrare tutto ciò che succede per una maggiore sicurezza.

Gli agenti della polizia inglese, seduti alle loro scrivanie, possono così in tempo reale monitorare la situazione in ogni via della città, intervenendo tempestivamente per porre termine a eventuali azioni criminose o ingiustizie attuate nei confronti dei cittadini.

Il Grande Fratello inglese riserva però molte sorprese. Come quella dei poliziotti che si sono “soffermati” registrando per venti minuti immagini dettagliate del fondoschiena e della scollatura di un’ignara signorina che si trovava a passare per le vie di Worcester.

Gli agenti, scoperti ad aver conservato il materiale che poco c’entrava con la sicurezza e l’ordine pubblico, sono stati semplicemente richiamati e, come quando i bambini rubano le caramelle, hanno promesso di non farlo più in futuro.

O sorprese come quella riservata a una simpatica famiglia di Poole, nel Dorset, che ha scoperto di essere stata spiata per giorni dal comune in modo da capire se veramente abitasse in quel paese (dato che avevano fatto domanda per l’iscrizione dei propri figli nella scuola comunale).

E non vi voglio parlare delle telecamere di Middlesbrough, dotate anche di un sensore sonoro, pronto a far prendere un colpo anche a chi inavvertitamente buttasse una cartaccia a terra.

Insomma, tutte curiosità che sembrano allegre, ma che in realtà dovrebbero seriamente farci riflettere sulle implicazioni più nascoste che sistemi di sicurezza tecnologici di questo tipo possono avere sulla privacy dei cittadini, di qualunque paese siano.

È plausibile che lo stato di sicurezza di un paese, in tempi di attacchi terroristici sempre più frequenti e di atti vandalici che non lasciano scampo, venga costantemente tenuto sotto controllo da agenti della polizia che possono tempestivamente scendere in campo in caso di necessità, ma non è corretto nei confronti dei cittadini che questi sistemi vengano abusati per motivi che con la sicurezza nazionale non c’entrano nulla.

Si dovrebbero allora creare ulteriori sistemi di sorveglianza per evitare che questo accada? Una sorveglianza sulla sorveglianza?