Il lancio di Leopard, il MacBook Air, i nuovi Macbook, l’iPhone e l’iPod Touch: l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo.
Che questo sia stato l’anno di casa Apple sono in pochi a negarlo. Per come la vedo io sembra che sia avvenuta una svolta abbastanza decisiva che porta i sistemi di Cupertino più vicini al pubblico di massa.
E, come succede di solito, questo “avvicinamento” graduale ma insistente ha portato anche qualche conseguenza non proprio piacevole.
Lo hanno riportato colleghi di OneApple: Charlie Miller è riuscito a violare Leopard, sfruttando una falla di Safari.
Notizia che data così potrebbe far riflettere su alcune cose:
- Che sia finita l’era della sicurezza Mac?
- Che i produttori siano scesi al compromesso: più diffusione in cambio di meno sicurezza?
- I sistemi Mac allora non sono così sicuri come si vuol far credere?
Le polemiche potrebbero continuare a lungo e dare un nuovo modo per un confronto Ma contro PC. Non ci interessa nemmeno entrare nel dettaglio della polemica, ma se approfondiamo la notizia, e in questo Paolo Attivissimo rappresenta sempre un’ottima fonte, scopriamo che il problema non è poi così grave.
[…]La falla è sfruttabile soltanto se l’aggressore riesce a convincere l’utente a visitare un sito-trappola specifico (cosa peraltro abbastanza facile da ottenere, se l’utente non è educato alla prudenza)[…]
Il problema resta come al solito nell’utente che utilizza un determinato sistema, in questo caso la debolezza non è da imputare al mezzo ma a chi quel mezzo lo utilizza. Non c’è quindi da preoccuparsi o da allarmarsi più di tanto, se si rimane svegli e attenti non si rischia molto, specie con sistemi non Windows per i quali le minacce sono sensibilmente minori.
Personalmente trovo che il panorama di utilizzatori di sistemi non Microsoft sia decisamente più “selezionato”, questo significa che l’utente medio è decisamente più attento a quelle che sono le comuni procedure di sicurezza, e questo unito alla intrinseca sicurezza dei sistemi, da un notevole valore aggiunto, che non è affatto da sottovalutare.