La biometria multimodale e le agenzie di confine

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 2 Luglio 2007
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:50

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Quante parole difficili per rendere un concetto così semplice, quello di sicurezza.

La sicurezza informatica, lo sappiamo, è strettamente legata con quella fisica. Spesso le due realtà collaborano insieme per offrire un servizio assolutamente sicuro e poco vulnerabili.

Nell’ambito del controllo degli accessi e dell’identificazione, da sempre, la sicurezza informatica cerca le sue strade e le propone a beneficio di quella fisica.

Nel tempo, quindi, abbiamo sentito di lettura delle impronte digitali (per accedere semplicemente ad un PC o per essere identificati), di scansione dell’iride, di mappatura del volto, ecc.

Le tecnologie sono molte ma mai si è cercato di rendere interoperabili le varie agenzie di frontiera.

Interoperabili significa che le informazioni presenti in un documento o in un database di una certa nazione/continente possono essere consultabili e verificabili anche all’interno di un altra nazione o addirittura di un altro continente. In poche parole l’interoperabilità racchiude il concetto di dialogo (collaborazione) tra nazioni.

Per questa ragione il Regno Unito, l’Europa e gli Stati Uniti d’America stanno pianificando di “fondere” i loro database di confine per contenere differenti forme di dati biometrici.

In questo modo non solo risulterebbero interoperabili ma garantirebbero un grado maggiore di sicurezza poiché le agenzie saranno in grado di accedere a molteplici possibilità di identificazione.

La decisione è stata presa dopo un’attenta analisi e nasce dalla convinzione che il mondo nella sua totalità non si metterà mai d’accordo sul tipo di informazioni biometriche adottare in modo universale. Ad esempio, gli Stati Uniti preferiscono le impronte digitali, mentre negli aeroporti inglesi hanno fatto la loro apparizione strumenti di scansione dell’iride.

In ogni caso l’impegno è di prevedere anche altri tipi di informazioni e di studiare uno standard comune di utilizzo.

Come possiamo vedere, pian piano si percorre la strada della biometrie e in modo sempre più spingente si cerca di introdurla anche nella sicurezza civile e non solo come sicurezza sull’immigrazione.

Il problema è che in altri paesi, per problemi di privacy, la biometria trova molta difficoltà nella sua diffusione e rallenta necessariamente il processo di sviluppo.