Un’altra tiratina d’orecchie, stavolta a Google Earth

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 27 Giugno 2007
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:50

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Di tanto in tanto qualcuno sente la necessità di esprimere giudizi di sicurezza e privacy nei confronti di un determinato software.

È quello che è capitato questa volta a Google Earth, che già in passato aveva subito critiche a causa della sua forte innovazione che offriva in modalità gratuita a tutti.

In questo caso siamo a Washington e chi parla è il capo della Air Force intelligence americana:

In questo momento i sistemi informatici mettono a disposizione dei programmi basati sulle rilevazioni satellitari, come ad esempio Google Earth, che permettono a chiunque di osservare tutta la superficie terrestre semplicemente restando dietro al monitor di un pc.

E aggiunge:

Qualsiasi utente può vedere ogni cosa con un livello di dettaglio massimo, fino ad arrivare al manto stradale e ad intuire i materiali delle costruzioni.

Siamo alle solite, Google Earth è la classica applicazione che raccoglie una moltitudine di consensi perché si capisce subito di quanta studio e sforzi siano stati necessari per costruirla. Si nota anche quanto l’applicazione sia potente ed utile per viaggiare nel mondo in modo virtuale. D’altra parte, con la stessa facilità si capisce che questi strumenti, come molti altri, potrebbero essere utilizzati per altri scopi, non sempre apprezzabili e positivi.

Chiaramente la preoccupazione del capo dell’Air Force intelligence deriva proprio da questo secondo fattore ma, aggiunge, siamo arrivati ad un punto di non ritorno ed è impossibile ormai nascondere una tale mole di informazioni.

In ogni caso alla domanda “ma avete mai fatto tentativi per rendere riservate delle immagini da satellite e quindi non disponibili al mondo esterno?” ha preferito glissare senza aggiungere troppi commenti.