Non è un’allucinazione estiva dovuta al caldo: non preoccupatevi. I computer parlano, o meglio… lo possono fare se posseduti dall’ultima frontiera dell’industria dei malware. Siamo nell’ambito dell’Audio Aware.
Certo, perché, ovviamente, l’image-spam, quello tradizionale e l’innumerevole numero di adware, malware e simili sparsi per la rete globale, non erano sufficienti. Era necessario trovare un modo alternativo per dare fastidio: e non si può certo dire che l’idea sia tanto sciocca, anzi.
Mi sono imbattuto in un articolo navigando nel web che trattava proprio di questo fenomeno, che sembra essere quanto mai attuale.
Lo sappiamo: l’Adware (contrazione dall’inglese di “advertising-supported software“), cioè software sovvenzionato dalla pubblicità) è la forma più diffusa di “fastidi” su internet. Pubblicità non richiesta, pop-up che si aprono a raffica sul nostro desktop o durante la nostra navigazione e via dicendo. Non penso ci sia bisogno di allungare la descrizione anche perché credo che tutti noi abbiamo avuto a che fare, almeno una volta, con questi fastidiosi “elementi”.
Nell’articolo si affronta il problema di un utente che si lamentava con l’assistenza tecnica della sua azienda a causa di continui problemi e a causa di alcuni “jingles” pubblicitari che venivano emessi dall’impianto audio del suo PC.
Non si tratta della comune, anche se opinabile, pratica di inserire musica o slogan in sottofondo nei propri siti web: stavolta si trattava di veri e propri jingles che “partivano” in automatico anche senza la finestra del browser aperta.
L’articolo prosegue evidenziando come l’eliminazione e la pulizia dell’intero sistema sia risultata estremamente laboriosa e difficoltosa sia a causa dell’enorme quantità di materiale dannoso presente nel PC sia a causa della mancanza di definizioni adeguate a contrastare questo fenomeno.
Io francamente (lo confesso) non ero a conoscenza del fenomeno e in tutta onestà mi pare strano che se ne parli così poco su internet, magari sono poco aggiornato io, magari si tratta di una bufala. Quello che è certo è che se lo SPAM si evolvesse in quella direzione sarebbe assai più difficile contrastarlo.
Ovvio: sarebbe necessaria una protezione di differente tipologia, ma come al solito l’accortezza deve essere l’elemento principale per la protezione in ambito web.
Cosa ne pensate? Ho voluto riportare l’articolo per dare comunque spazio a una riflessione: lo SPAM si sta veramente modificando?