La Pew Internet & American Life Project ha recentemente pubblicato uno studio (formato *.pdf), che analizza l’impatto che lo SPAM ha sulle utenze.
Per una volta non sono stati presi in considerazioni gli esorbitanti aumenti (sempre quantificabili) del fenomeno, ma la reazione delle utenze a questo determinato fenomeno: il modo, dunque, in cui queste vengono influenzate, infastidite e condizionate.
Il risultato ottenuto, frutto di un’indagine approfondita e supportata da numerose tabelle e grafici, sembra sconcertante.
Gli utenti tendono ad assuefarsi allo SPAM. Le reazioni, infatti, sono profondamente cambiate rispetto agli anni precedenti, ma anche senza andare nemmeno tanto lontani, è sufficiente confrontare il 2006/2007 con anni come il 2003.
La modalità dell’intervista è stata telefonica: 2200 americani adulti sono stati contattati tra il 15 Febbraio e il 7 Marzo 2007.
I risultati sono presenti sul documento, divulgato in lingua inglese. Vediamone alcuni assieme: il 37% degli utenti privati segnala di aver notato un aumento dello SPAM nella propria casella di mail (il che è assolutamente verosimile, viste altre recenti indagini); il 10% asserisce di notarne di meno, mentre un significativo 51% non nota una reale differenza; in ambito aziendale le percentuali oscillano attorno agli stessi risultati dando conferma di quanto affermato poco sopra.
Un altro dato significativo riguarda l’aumento delle utenze che ritengono che “dopotutto lo SPAM non sia un problema”, si è passati da un 16% di 4 anni fa ad un 28% di oggi.
Esiste poi una significativa percentuale che lo considera, più che un reale problema, una seccatura, una noia dovuta all’eliminazione del messaggio incriminato.
C’è comunque da precisare che si tratta di un’indagine che se da un lato può sembrare molto significativa, dall’altro rischia di essere anche non completamente attendibile. Si basa infatti sulle sensazioni delle singole utenze che (in quanto tali) non risultano opinabili. Il dato comunque sembrerebbe essere interessante.