Nella tarda serata del 3 ottobre si è concluso il CDA di Telecom Italia, il primo dell’era Telefonica e l’ultimo che vedeva la presenza di Franco Bernabè. L’oramai ex presidente del gruppo italiano aveva già espresso infatti l’intenzione di dimettersi. Tra le motivazioni la volontà di non assistere allo sfascio dell’azienda di telecomunicazioni italiana a seguito dell’acquisizione del controllo del gruppo da parte di Telefonica. Il CDA ha accettato le dimissioni ma non ha ancora espresso una scelta definitiva sul nome del successore di Bernabè.
Tra le possibili opzioni al vaglio quella che vedrebbe in pole position Massimo Sarmi, l’AD di Poste Italiane, ma al momento il CDA di Telecom Italia ha preferito affidare l’interim della presidenza ad Aldo Minucci, vice presidente del gruppo ed assegnare le deleghe di Bernabè all’AD di Telecom Italia Marco Patuano. Va comunque sottolineato che Franco Bernabè non lascerà Telecom Italia con le mani vuote. Per lui pronta una buona uscita di circa 6,6 milioni di euro. Nel CDA si è anche discusso delle future strategie del gruppo italiano. Secondo indiscrezioni, sarebbe saltata l’ipotesi di un aumento di capitale mentre a breve si affronterà il tema di una riorganizzazione in Sudamerica dove oggi Telecom Italia controlla TIM Brasil. Telecom Italia porterà avanti anche il progetto di scorporo della rete e valuterà la possibilità di valorizzare maggiormente TIM. Il CDA ha infine approvato una versione aggiornata del Codice Etico e di Condotta di Gruppo. Al termine della riunione si è anche appreso che l’AD Marco Patuano incontrerà i sindacati per illustrare loro le prossime strategie di Telecom Italia sopratutto alla luce del riassetto di Telco e del nuovo piano industriale del gruppo.