Quota 103: cosa cambia nel 2025
Nel 2025 si applica ancora il tetto di importo (4 volte il minimo) fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia ed un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno.
Quota 102 per la pensione a 64 anni
Da gennaio 2022, terminata la sperimentazione di Quota, è entrata in vigore la Quota 102 (64 + 38), anche se per un solo anno. Consente di ritirarsi con 64 anni di età e 38 anni di contributi senza penalizzazioni sull’assegno. Questa formula è stata proposta, tra i primi, dal presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla, ex Sottosegretario al Ministero del Welfare con delega alla Previdenza Sociale.
Si tratta di una soluzione simile alla Quota 100, che è servita ad evitare lo scalone anagrafico che, rispetto ai 62 anni di età e 38 di contributi della Quota 100 fino al 31 dicembre 2021, dal primo gennaio 2022 avrebbe imposto bruscamente un minimo di 67 anni di età per la pensione di vecchiaia e almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne) per quella anticipata. Per questo motivo era necessario uno strumento ponte che consentisse la pensione anticipata con un requisito intermedio.
Tra l’altro, dal 2026 riprende la progressione del requisito pensionistico dovuta all’adeguamento alle speranze di vita (scatti), ritornando ad applicarsi le regole della Legge Fornero.
Quota 100 per la pensione a 62 anni
La Quota 100 è stata operativa dal 2019 al 2021, consentendo l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per tutti coloro che vantano almeno 38 anni di contributi con un’età anagrafica minima di 62 anni (es.: un lavoratore con 39 anni di contributi e 61 anni di età dovrà attendere un anno per presentare domanda). Il tutto, senza penalizzazioni sull’assegno (se non quella dovuta al minore montante contributivo). Dopo la Quota 100, per il solo 2022 è stata istituita al suo posto la Quota 102 per andare in pensione a 64 anni.