MES

Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) è un’organizzazione intergovernativa con sede a Lussemburgo nata nel 2011 come “Fondo Salva Stati” della zona euro, ovvero come una sorta di paracadute europeo pronto a scattare in caso di crisi finanziaria di un Paese dell’Eurozona in sostituzione dei due precedenti programmi di finanziamento temporanei dell’UE, lo strumento europeo di stabilità finanziaria (FESF) e il meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (EFSM).

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MES il Trattato istitutivo

Il MES è stato istituito per Trattato dagli Stati membri dell’Eurozona. Il Trattato istitutivo del Meccanismo Europeo di Stabilità è stato stato sottoscritto dai 17 Paesi dell’Eurozona il 2 febbraio 2012, per poi entrare in vigore il 27 settembre 2012 quando anche la Germania ratificò l’accordo (il Trattato stabiliva che l’organizzazione sarebbe stata istituita solo se gli Stati membri che rappresentavano il 90% dei suoi requisiti patrimoniali originari avessero ratificato il Trattato istitutivo).

Il 1 ° maggio 2013 è poi entrato in vigore la che ha modificato l’articolo 136 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) per autorizzare l’istituzione del MES ai sensi del diritto dell’UE.

In Italia il Consiglio dei Ministri del 3 agosto 2011 approvò il disegno di legge di ratifica del Trattato attinente alla modifica dell’articolo 136 TFUE. Il 23 luglio 2012, dopo la votazione di luglio 2012 in Camera e Senato dell’allora Governo Monti, il Trattato venne promulgato dal Presidente della Repubblica.

Dal 2017 l’Europa ha aperto all’ipotesi di rivedere il Trattato istitutivo del MES, eventualità che ha riacceso il dibattito in Italia, ora nuovamente alimentato dalla crisi generata dall’emergenza sanitaria da Coronavirus.

MES: quote e diritti di voto per Stato Membro

Il MES ha un capitale autorizzato di 700 miliardi di euro di cui 80 a carico dei Paesi Membri, i rimanenti raccolti attraverso apposite emissioni di obbligazioni sul mercato.

L’art. 11 del Trattato istitutivo del MES stabilisce un criterio di ripartizione delle quote partecipative tra gli Stati Membri basato sul modello di sottoscrizione del capitale della BCE da parte delle banche centrali nazionali. In particolare la quota di partecipazione al MES è determinata tenendo conto, egualmente, della popolazione del Paese in rapporto alla popolazione complessiva degli Stati aderenti al fondo e del PIL del medesimo Stato Membro in rapporto a quello complessivo degli Stati membri del MES. La Germania è il primo contributore, con quasi il 27% del capitale, mentre l’Italia partecipa con il 18%.

MES: quando scatta l’assistenza

In caso di difficoltà, lo Stato Membro può chiedere al MES la concessione di un prestito, legato però ad una rigida condizionalità e ad una analisi della sostenibilità del debito e della futura capacità del Paese di ripagarlo.

Quando un Paese chiede assistenza al MES, l’organo plenario dell’organizzazione intergovernativa conferisce alla Commissione europea (istituzione sovranazionale) mandato di accertare se la crisi del Paese richiedente possa avere un effetto contagio e per gli altri Stati dell’area Euro e di verificare la condizione delle sue finanze pubbliche, definendo al contempo il fabbisogno finanziario.

Con l’avvio del negoziato della Commissione con lo Stato, la BCE ed eventualmente il FMI (se coinvolto nel salvataggio) si conclude il Memorandum d’intesa (MoU), una sorta di lettera d’intenti in cui viene anche specificata la condizionalità e si definisce con precisione e rigore quali misure lo Stato si impegna a prendere in termini di tagli al deficit/debito e di riforme strutturali.

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