Google Plus sta ottenendo ampi consensi, premiando l’ingresso della filosofia del motore di ricerca con i suoi servizi web nel magico regno dei social network. Per entrare in Google Plus ora non serve più l’invito: basta un account Google, ma per apprezzarne le funzionalità è importante conoscere gli strumenti in ambito tutela dei dati e privacy utenti.
Dopo le polemiche relative a Google Buzz, Google ha soppesato le questioni di policy legate alla riservatezza ma, la gestione privacy in Google+ presenta margini di dubbio su cui riflettere.
Norme privacy: contenuti su Google Plus
Per prima cosa, foto o video caricati in Google+ vengono automaticamente archiviati su Picasa Web Album, visibile in chiaro nel proprio profilo.
Importante sottolineare come «quando si condivide un contenuto su Google Plus, chiunque lo riceva potrà condividerlo con altri» anche se, teoricamente, è possibile bloccare il “re-sharing“: peccato che un bug pare rendere l’operazione più complessa del previsto, con una faciledispersione dei contenuti dal singolo ricevente alla sua cerchia di amici e via dicendo.
Se si pensa ad un utilizzo business, quindi, è bene attendere che la piattaforma esca dalla sua fase di prova, anche perchè Google stessa ha ammesso che «non sempre le cose funzionano come previsto»: un’affermazione certamente precauzionale che però trasmette l’idea di uno strumento ancora troppo poco maturo quando si tratta di condividere materiale di una certa importanza.
Vediamo adesso come funziona la gestione dei contenuti segnalati e condivisi tramite pulsante Goolge +1, per il quale Google afferma di «registrare le informazioni sull’attività dell’utente [ ] per ottimizzare l’esperienza di tutti con i servizi Google», ma non spiega in che modo.
Norme privacy: pulsante Google +1
Il pulsante Google +1 consente di condividere pubblicamente informazioni con tutti gli utenti, ricevere contenuti personalizzati da Google e dai suoi partner.
Attenzione però: quando premiamo il contenuto di una serp con un click del pulsante, Google registra l’operazione così che è possibile che «gli elementi in relazione ai quali viene fatto +1 potrebbero essere visualizzati per gli altri utenti, sotto forma di annotazione con il nome e la foto del profilo dell’utente, nei servizi Google (ad esempio nei risultati di ricerca o sul profilo Google) o altrove su siti web e annunci su Internet».
Per utilizzare il pulsante serve un profilo Google pubblico, così che diventa possibile che l’identità riportata nel profilo utente divenga visibile a tutti coloro che dispongono dell’indirizzo email o di altre informazioni personali dell’utente.
Google punta a personalizzare i contenuti, così da amplificare le potenzialità della pubblicità mirata: dichiara Google «potremmo condividere statistiche aggregate relative all’attività +1 degli utenti con il pubblico, i nostri utenti e partner, come publisher, inserzionisti o siti collegati».