Windows 7 sarà migliore di Vista: un’affermazione che trova da tempo forte radicamento nell’immaginario collettivo e che farebbe prevedere un esodo di massa verso il nuovo OS da parte di privati e aziende. In realtà, sulla corsa a Windows 7 pesano ancora ostacoli come gli scarsi entusiasmi per Vista e le oggettive difficoltà tecniche.
Il passaggio ad nuovo sistema operativo genera già di per sé notevoli resistenze, ma se i tempi di aggiornamento richiedono fino a 20 ore – soprattutto in presenza di un ampio parco macchine su cui agire, come nelle aziende – allora l’ostacolo rischia di divenire un muro.
Non possono quindi passare inosservate le affermazioni dell’ingegnere Microsoft Chris Hernandez in merito all’aggiornamento da Windows Vista a Windows 7, che segnala il problema, seppur occasionale.
I test sono stati condotti su tre tipologie di macchine, definite “low-end, mid-range e high-end”, considerando quattro fasce di utenti: il primo con un OS pulito, senza quindi né applicazioni né dati, fino ad un utente con numerose applicazioni installate e una gran mole di dati.
Nella migliore delle ipotesi (utente medio con hardware mid-range), il tempo necessario all’aggiornamento è risultato pari a 30 minuti, per arrivare a ben 1220 minuti nel caso di un ipotetico utente con a disposizione un computer dalle prestazioni medie e l’hard-disk stipato di programmi e dati.
La notizia ha pertanto messo in allarme molti utenti professionali, che già speravano di “superare” Vista il quale, ad oggi, ha saputo guadagnarsi solo il 30% del mercato dei sistemi operativi.
E se si osservano i dati di vendita dei dei singoli pacchetti, si può notare come la versione più venduta sia “Windows Vista Home Premium“, ossia quella preinstallata nei nuovi PC.
La diffusione del sistema operativo Microsoft è quindi legata in gran parte alla vendita dei Pc casalinghi con Vista preinstallato, con una diffusione a livello di scaffali o in ambito business decisamente contenuta.