Psicologia dello Spam: oggi si fa Social

di Alessandra Gualtieri

9 Luglio 2008 16:00

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Cronaca di uno spamming annunciato: McAfee rivela le strategie psicologiche che inducono gli utenti in trappola. L'IT tra le categorie meno a rischio

Che indurre in tentazione fosse un’arte lo si sapeva. Che anche lo Spam fosse un gioco di seduzioni e trappole psicologiche un po’ meno. Eppure i meccanismi che regolano azioni e reazioni degli utenti, sono sempre più la chiave delle strategie di spamming oggi in voga.

A confermare questa tesi è il noto provider di soluzioni per la protezione informatica McAfee, che ha promosso un esperimento internazionale su un panel di internauti, al fine di analizzarne la “reattività dinanzi” al pericolo e relative conseguenze.

Navigando volutamente e liberamente tra quei siti generalmente più a rischio, in 230 giorni i 50 utenti coinvolti nel McAfee S.P.A.M. Experiment hanno ricevuto circa 104.000 messaggi spazzatura, ossia oltre 2mila ciascuno (70 messaggi al giorno).

Oltre che una colossale perdita di tempo prezioso (per cestinare le junk email), lo spam si conferma un pericolo, fornendo le basi per atti di crimine informatico: tra le email spam, molte erano di phishing, e molte altre contenevano virus e malware che ha poi infettato i pc utilizzati.

Tra le tendenze dello Spam in versione 2008, spiccano due novità: l’avanzato livello linguistico (email spam in lingue straniere) e la valenza di social engineering, ossia la capacità di far leva sulle emozioni per indurle a rivelare dati e informazioni riservate.
In pratica, è in aumento il fattore psicologia: le email sono sempre più personalizzate, sembrando dedicate proprio agli utenti che le ricevono, frutto di attente campagne mirate.

Le prime 3 categorie più spammabili? Finanza, Pubblicità e Salute e medicina. L’Informatica si piazza invece “solo” al nono posto. Nella classifica mondiale dei paesi più spammer, infine, segnaliamo che l’Italia si classifica terza con 15610 spammer.