Calcolo stipendio netto

Aggiornato alle ultime novità 2025 – Il calcolo dello stipendio netto si rinnova con le novità per la busta paga previste dalla Manovra 2025, tra riforma degli scaglioni IRPEF e nuovo taglio del cuneo fiscale.

Si tratta di un dato utile da conoscere anche quando si cambia lavoro o si va in banca per chiedere un mutuo e un prestito.

PMI.it mette a disposizione un servizio online gratis aggiornato alle nuove aliquote e scaglioni IRPEF  nonché ai nuovi sconti in busta paga (taglio del cuneo contributivo 2024 e fiscale 2025). Per conoscere l’importo netto del tuo stipendio a partire dal lordo usando il calcolatore:

  • inserisci il valore della tua remunerazione annua lorda (RAL);
  • seleziona la Regione di residenza per l’addizionale IRPEF applicata;
  • inserisci il valore percentuale dell’addizionale comunale;
  • indica il tipo di datore di lavoro (privato o pubblico);
  • se lavoro domestico, o meno;
  • il tipo di contratto (a tempo indeterminato, determinato, apprendistato o altro);
  • l’eventuale appartenenza a categorie che hanno diritto a particolari sgravi contributivi (disoccupati, giovani, madri di rientro dalla maternità, percettori di RdC, o nessuno dei precedenti);
  • eventuali carichi di famiglia;
  • numero mensilità;
  • giorni lavorativi/anno;
  • clicca su Avvia il calcolo.

Calcola il tuo stipendio netto

Inserisci l'importo indicato nella Dichiarazione dei redditi
Se conosci l'addizionale comunale applicata dal tuo comune indicala qui. Altrimenti verrà impostata automaticamente al valore del comune di Milano (0,8%)

Al termine dell’elaborazione del calcolo avrai lo stipendio netto. In aggiunta, ti verrà mostrato uno specchietto che ricapitola gli sgravi contributivi ai quali ha diritto il lavoratore, nonché il datore di lavoro, in caso di nuova assunzione di lavoratori o lavoratrici appartenenti a determinate categorie protette, con indicazione della normativa di riferimento e l’eventuale cumulabilità con altri incentivi.

Come funziona il calcolatore dello stipendio netto

Per calcolare lo stipendio netto il tool gratuito di PMI.it parte dalla retribuzione annua lorda (RAL), ovvero quella che solitamente viene concordata al momento della stipula del contratto di assunzione.

Per determinare a quanto ammonta il netto mensile in busta paga vengono poi applicate le regole previste dalla normativa vigente, per scorporare fondamentalmente quelle che sono le tasse e le ritenute effettuate dal datore di lavoro in qualità di sostituto d’imposta e applicabili all’importo lordo a seconda, ad esempio, del rapporto di lavoro instaurato, la Regione di residenza e la presenza di eventuali familiari a carico rientranti nel nuovo calcolo, che consentono di recuperare parte dell’IRPEF.

In questo modo si ottiene il valore del proprio stipendio al netto delle imposte dovute.

Come si calcola lo stipendio netto

A partire dal RAL viene calcolato quello che è l’importo dello stipendio al netto delle imposte, in base allo scaglione IRPEF di appartenenza (per il 2024 si accorpano i primi due, con aliquota al 23% fino a 28mila euro)  e alle detrazioni spettanti, quindi vengono sottratte le addizionali regionali e comunali e viene aggiunto l’eventuale bonus IRPEF in busta paga per i dipendenti che ne hanno diritto (incamerato dalla riforma nelle nuove detrazioni sul lavoro dipendente).

Il calcolo dello stipendio netto mensile tiene conto delle mensilità in busta paga e dei giorni di lavoro dipendente.

Il calcolo dello stipendio netto a partire dal RAL può risultare lievemente differente a seconda del  contratto di lavoro (CCNL) di riferimento che può prevedere alcuni contributi specifici aggiuntivi.

Lo stipendio netto calcolato dal tool gratuito di PMI.it rappresenta una buona stima di partenza, ad esempio per capire a quanto corrisponderà realmente un possibile aumento retributivo, ma non tiene conto di eventuali detrazioni aggiuntive calcolate in fase di dichiarazione dei redditi, né di eventuali spese da portare in deduzione da parte di autonomi e professionisti (Partite IVA).

Altri elementi da considerare per un calcolo preciso dello stipendio netto sono:

  • l’aliquota contributiva applicata dall’Ente previdenziale di appartenenza a carico del lavoratore (l’aliquota INPS è pari al 9,19%, quella a carico del datore di lavoro non viene indicata in busta paga e varia a seconda dei settori di appartenenza, l’imponibile IRPEF è pari allo stipendio lordo meno i contributi INPS);
  • il regime fiscale;
  • eventuali altri redditi.

Dopo la decontribuzione 2024 arriva la defiscalizzazione 2025

Per il lavoratore, nel 2024 è previsto un taglio del cuneo fiscale al 6% per le retribuzioni annue lorde fino a 35mila euro (lordo mensile di 2.692 euro) e al 7% per quelli fino a 25mila euro (che corrisponde ad un limite retributivo mensile fino a 1.923 euro). L’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali è interamente a carico dei lavoratori per i rapporti di lavoro dipendente ad eccezione di quelli di lavoro domestico.

Bonus particolari per i lavoratori

  • Per le lavoratrici dipendenti, dal secondo figlio non si applica la contribuzione (sconto del 100%) sulla retribuzioni delle madri fino a 10 anni del figlio minore o fino a 18 anni con tre figli. Nel 2025 bisogna avere almeno tre figli per fruire dell’agevolazione.

Incentivi per le aziende che assumono

Gli incentivi all’occupazione che spettano ai datori di lavoro privati, escludendo il lavoro domestico, cambiano con la Manovra.

Per le aziende che assumono nuovo personale è prevista una deduzione sul costo del lavoro pari al 120% se si aumenta la base occupazione calcolata su base annua (prendendo a riferimento l’anno d’imposta). La deduzione sale al 130% se si assumono lavoratori svantaggiati (donne, giovani, disabili, percettori RdC, ecc.).

Per le assunzioni nel Mezzogiorno resta applicabile la Decontribuzione Sud (cumulabile con l’extra-deduzione). Retribuzione Annuale Lorda (RAL).

Taglio cuneo fiscale 2025

Dal 1° gennaio 2025 cambia il meccanismo con cui si applica il taglio del cuneo fiscale, esteso fino a 40mila euro ma con un differente calcolo (basato sulla defiscalizzazione e su bonus IRPEF invece che sulla decontribuzione INPS), per cui rispetto al passato mutano gli effetti in busta paga.

Il taglio del cuneo fiscale, nel 2025, si applica nel seguente modo:

  • fino a 20mila euro di reddito complessivo (è esclusa la prima casa) si applica un bonus IRPEF pari al:
    • 7,1% fino a 8.500 euro,
    • 5,3% fino a 15mila euro,
    • 4,8% sopra 15mila euro.
  • fino a 32mila di reddito complessivo si applica una detrazione di mille euro;
  • fino a 40mila euro di reddito si applica una detrazione calcolata con la formula mille * [(40mila – reddito complessivo) / 8mila].

Guida alla RAL (Retribuzione annua lorda)

Cos’è il/la RAL: Il RAL è l’acronimo comunemente utilizzato per indicare la retribuzione annua lorda, ovvero l’insieme degli stipendi versati al lavoratore dal proprio datore, escluse le trattenute fiscali e previdenziali.

Il calcolo della RAL avviene partendo dalla busta paga, dove si trova sempre indicato, insieme a contributi, tasse, allo stipendio netto mensile, trattenute già sottratte dal datore di lavoro (INPS, INAIL e così via) e l’importo lordo mensile calcolato in base alle ore mensili lavorate, alla qualifica e agli accordi contrattuali.

A partire da tale informazione, il calcolo dello stipendio lordo annuo si effettua semplicemente moltiplicando le retribuzioni mensili lorde (RAL in busta paga) per il numero delle mensilità, comprese tredicesima e quattordicesima se previste dal contratto di lavoro. Da precisare che bisogna anche tenere presente gli straordinari e aggiungerli al calcolo del RAL.

Dallo stipendio lordo si può partire anche per effettuare il calcolo del “RAL netto”, sottraendo alla cifra ottenuta le tasse per i contribuiti INPS e le ritenute IRPEF.

A cosa serve il calcolo del RAL: la retribuzione lorda annua viene utilizzata come punto di partenza per calcolare lo stipendio netto mensile e annuale, ma calcolare il RAL può servire anche per gestire meglio le finanze, compilare la certificazione unica (CU) e spesso viene richiesto quando ci si candida per un nuovo posto di lavoro.

Contributi previdenziali e assistenziali

Abbiamo visto che tra gli elementi da considerare per un calcolo preciso dello stipendio netto mensile e annuale ci sono i contributi a carico del lavoratore. Un elemento che è utile conoscere anche per calcolare le imposte da versare allo Stato, visto che l’imponibile IRPEF è pari allo stipendio lordo al netto dei contributi INPS.

Ma i contributi previdenziali ed assistenziali cosa sono?

Generalmente pagati all’INAIL o all’INPS, i contributi assistenziali sono versamenti obbligatori che il datore di lavoro deve corrispondere agli Enti di assicurazione sociale per conto dei lavoratori al fine di garantire una copertura da eventi come malattie, periodi di disoccupazione, maternità, infortuni sul lavoro, invalidità e così via.

I contributi previdenziali sono i versamenti che devono obbligatoriamente essere corrisposti all’Ente di previdenza sociale (generalmente l’INPS per i lavoratori dipendenti e la Cassa previdenziale di categoria per i liberi professionisti). I contributi previdenziali servono a maturare il diritto alla pensione e determinano l’importo dell’assegno previdenziale stesso.

Vediamo ora come si calcolano i contributi previdenziali – che essendo in parte a carico del lavoratore devono essere sottratti dallo stipendio lordo per ottenere il netto – e assistenziali.

Aliquote contributive INPS (IVS)

Con riferimento all’INPS, le aliquote delle contribuzioni ai fini pensionistici (IVS) sono in genere pari al 33% della retribuzione lorda del lavoratore. Eccole:

  • il 9,19% a carico del lavoratore. Queste trattenute previdenziali vengono riportate in busta paga e scorporate dalla retribuzione lorda, per ottenere il valore dello stipendio netto;
  • il 23,81% a carico del datore di lavoro. Questi oneri sociali non vengono indicati in busta paga, quindi non bisogna tenerne conto per calcolare il RAL o lo stipendio netto. Per conoscere il loro ammontare, ogni anno al lavoratore viene consegnato “Modulo 01 M”, dove è riportato il rendiconto dei contributi previdenziali versati a nome del lavoratore dal datore di lavoro.

Le gestioni in relazione alle quali la misura della contribuzione ai fini pensionistici si attesta a una diversa misura sono:

  • Fondo di quiescenza degli iscritti all’Istituto Postelegrafonici IPOST (32,65%);
  • Fondo Volo (a seconda dell’anzianità assicurativa e dell’adesione o meno a fondi complementari di previdenza: 38%, 37,70%, 40,82%);
  • Fondo Pensioni Lavoratori Spettacolo (solo per ballerini, tersicorei, coreografi e assistenti coreografi iscritti successivamente al 31 dicembre 1995: 35,70%).

I contributi assistenziali, essendo versati dal datore di lavoro, non hanno impatto sul calcolo dello stipendio netto. Tuttavia hanno un importo variabile a seconda del settore produttivo di appartenenza dell’azienda datrice di lavoro. Solitamente gli importi sono pari a:

  • contributo disoccupazione (per i rapporti T.D.+1,40%): 1,61%;
  • contributo per l’indennità economica di malattia (misura variabile in base al settore): 2,22% – 3,21%;
  • contributo maternità (misura variabile in base al settore): 0,24% – 0,46%;
  • contributo per il fondo di garanzia TFR: 0,20%.