Calcolo Pensione
PMI.it mette a disposizione dei propri utenti un simulatore gratuito per il calcolo della pensione lorda e netta oggi, pronto all’uso, con tutte le ultime novità. L’utilizzo è semplice: in pochi passaggi potrai conoscere sia il giorno di decorrenza della propria pensione sia l’importo dell’assegno.
Il programma di calcolo pensione di PMI.it è disponibile per tutti i lavoratori iscritti alla previdenza obbligatoria, sia per i trattamenti ricadenti nel sistema contributivo sia per quelli ricadenti nel sistema misto. A disposizione ci sono due formulari separati:
- il primo calcola la data di maturazione del diritto a pensione, con le diverse opzioni e la relativa decorrenza di uscita qualora siano previste finestre mobili.
- il secondo calcola l’ammontare della pensione che si andrà a percepire, in base alle informazioni fornite dal lettore sui contributi versati.
I due strumenti sono molto facili da utilizzare: compila i campi e avvia il calcolo.
Calcola l'importo della pensione
Scopri anche la prima decorrenza utile
In vista della Riforma Pensioni 2025, il primo calcolatore della pensione di PMI.it consente di stimare l’importo dell’assegno pensionistico, mentre il secondo strumento permette anche sapere quando si potrà andare in pensione in base alla propria posizione contributiva ed alle regole del sistema previdenziale a legislazione vigente, scegliendo e comparando le diverse opzioni di flessibilità in uscita concesse dalla Legge di Bilancio, tutte prorogate per il 2025.
Calcola l'età pensionabile
Calcolo data pensione: come funziona?
Il programma per la simulazione online della data di pensione verifica la prima decorrenza utile in base all’età, ai versamenti INPS e alla formula prescelta, comprese:
- Opzione Donna
- APE Sociale
- sistema delle Quote
- pensione Usuranti
- pensioni Precoci.
Decorrenza pensione: come si calcola?
La decorrenza della pensione, intesa come prima data utile per uscire dal mondo del lavoro con una determinata formula pensionistica anticipata o di flessibilità in uscita, varia in base allo strumento prescelto.
La prima decorrenza utile per l’accesso alla pensione tiene infatti conto delle finestre mobili, che in alcuni casi fanno slittare la liquidazione del primo assegno previdenziale.
Tipologia pensione | Finestra di decorrenza |
Pensione di vecchiaia | nessuna |
Pensione anticipata | 3 mesi |
Pensione anticipata contributiva | 3 mesi dal 2024 |
Quota 103 | 7 mesi nel settore privato / 9 mesi nel pubblico impiego |
Opzione Donna | 12 mesi per le dipendenti / 18 mesi per le autonome |
Pensione Precoci | tre mesi |
APe Sociale | nessuna |
Pensione usuranti e gravosi | nessuna |
Calcolo importo pensione: come funziona?
Il calcolatore dell’importo della pensione di PMI.it permette di stimare l’assegno pensionistico in base all’età di pensionamento, ad esempio per valutare l’impatto di opzioni di accesso alla pensione anticipata, soprattutto quelle che prevedono il ricalcolo dell’assegno con il metodo contributivo.
Per stimare l’importo della pensione basta indicare:
- la tipologia di lavoro svolto: autonomo o dipendente (privato o pubblico);
- l’età al momento del pensionamento;
- il sistema di calcolo: retributivo/misto (se si possiedono contributi versati prima del 1995) o contributivo (se non si possiedono contributi versati prima del 1995 o si va in pensione con opzioni che prevedono il ricalcolo contributivo dell’assegno).
Se si sceglie il sistema di calcolo contributivo bisognerà indicare il proprio montante contributivo, rivalutato. Se si sceglie il sistema di calcolo retributivo/misto bisognerà anche:
- indicare se si hanno, o meno, almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
- l’anzianità contributiva al 31 dicembre 1992 in settimane (ricordando che 1 anno lavorativo è costituito da 52 settimane);
- l’anzianità contributiva dal 1° gennaio 1993 al 31 dicembre 1995 in settimane per chi ha meno 18 anni di contributi a fine 1995, altrimenti fino al 31 dicembre 2011;
- il montante contributivo dal 1° gennaio 1996 alla data di pensionamento per chi ha meno 18 anni di contributi a fine 1995, altrimenti dal 2012;
- la retribuzione mensile media:
- se dipendente privato la retribuzione media rivalutata percepita sia negli ultimi 5 anni, che negli ultimi 10;
- se dipendente pubblico la retribuzione media rivalutata percepita sia nell’ultimo anno, che negli ultimi 10;
- se lavoratore autonomo la retribuzione media rivalutata percepita sia negli ultimi 10 anni che negli ultimi 15;
La retribuzione è soggetta a rivalutazione. Per le anzianità sino al 31.12.1992 è pari all’incremento del costo della vita; per le anzianità successive è pari all’incremento del costo della vita più un punto percentuale all’anno.
Il calcolatore fornisce un’indicazione di quella che sarà la pensione lorda mensile ed annua. Per la pensione con il metodo retributivo/misto viene anche fornita indicazione degli importi derivati da:
- Quota A, relativa alle settimane accreditate dall’inizio dell’attività lavorativa fino al 31 dicembre 1992;
- Quota B, relativa al numero di settimane accreditate dal 1° gennaio 1993 fino al 31 dicembre 1995 o 2011 (rispettivamente con meno o almeno di 18 anni di contributi a fine ’95);
- Quota C, relativa alle settimane accreditate dall’inizio dell’attività lavorativa dal 1° gennaio 1996 o 2012 (rispettivamente con meno o almeno 18 anni di contributi a fine ’95) alla decorrenza della pensione.
In caso di pensione calcolata con il metodo contributivo viene data indicazione di quello che è il coefficiente di trasformazione applicato per l’età considerata.
Pensioni INPS: quali sono i regimi e i sistemi di calcolo?
Il criterio applicato dall’INPS per il calcolo della pensione varia a seconda dell’anzianità contributiva maturata dal lavoratore. Dal 1° gennaio 2012, a tutti i lavoratori viene applicato il calcolo contributivo sulla quota di versamenti maturata a decorrere dal 1° gennaio 2012.
- La pensione è calcolata con sistema contributivo per i lavoratori privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e per chi rientra in tale calcolo in base ad istituti specifici. Ad esempio, per esercitare questa opzione è necessaria un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995 e pari ad almeno 15 anni, di cui cinque successivi al 1995.
- La pensione è calcolata con il sistema retributivo e misto (una quota con il sistema retributivo e una quota con il sistema contributivo) per i lavoratori con anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.
- Il sistema misto si applica ai lavoratori con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e, dal 1° gennaio 2012, a coloro i quali avevano un’anzianità contributiva pari o superiore a 18 anni al 31 dicembre 1995.
A cosa serve montante contributivo nel calcolo pensione?
La quota di montante contributivo dei propri contributi relativi a periodi successi al 31 dicembre 1995, rivalutata al 31 dicembre di ciascun anno (con esclusione della contribuzione dello stesso anno), fornisce la base di calcolo per le pensioni aventi decorrenza dal 1° gennaio dell’anno immediatamente successivo.
La Riforma delle Pensioni Fornero, infatti, applica questo sistema pro quota anche alle pensioni di coloro che nel 1995 avevano già almeno 18 anni di contributi, per anzianità contributive maturate dal 1° gennaio 2012, alle quali si applica il calcolo contributivo.
Come si calcola il montante contributivo?
Il montante contributivo è l’importo dei versamenti accumulati durante la propria carriera lavorativa, soggetti ogni anno a rivalutazione in base al tasso individuato dall’ISTAT, fino al momento della pensione. Si determina a partire dai seguenti parametri:
-
base imponibile annua (contributi obbligatori, volontari, figurativi, da riscatto e da ricongiunzione), pari a:
- retribuzione annua per gli iscritti alle gestioni dei dipendenti;
- reddito annuo, per iscritti alle gestioni degli autonomi;
-
totale dei contributi annui, dato dal prodotto di base imponibile annua per aliquota di computo:
- 33% per i periodi di contribuzione da lavorato dipendente;
- 24% per i periodi di contribuzione da lavorato autonomo;
- da 24% a 33% per iscritti alla gestione separata INPS.
Come funziona il coefficiente di trasformazione?
Per le pensioni o le quote di pensione calcolate con sistema contributivo, entra in gioco anche un secondo parametro oltre al montante contributivo, ossia il coefficiente di trasformazione. I coefficienti variano in base all’età del lavoratore nel momento in cui consegue la prestazione previdenziale, da 57 anni a 70 anni: maggiore è l’età, più elevati sono i coefficienti di trasformazione, aggiornati periodicamente in base agli adeguamenti alla speranza di vita. L’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione è biennale.
Quali sono i più recenti coefficienti di trasformazione?
I coefficienti di trasformazione del montante contributivo per le pensioni con decorrenza gennaio 2023 sono quelli pubblicati con decreto interministeriale Lavoro-Economia il 1° dicembre 2022 e si applicano ai fini del calcolo della quota contributiva della pensione nel biennio 2023-2024. Divisori e coefficienti sono quelli indicati nella tabella allegata al decreto.
Per il calcolo dell’assegno di chi si ritira quest’anno sono i seguenti:
Età di pensionamento | Coefficienti di trasformazione |
57 | 4,27% |
58 | 4,38% |
59 | 4,49% |
60 | 4,62% |
61 | 4,74% |
62 | 4,88% |
63 | 5,03% |
64 | 5,18% |
65 | 5,35% |
66 | 5,53% |
67 | 5,72% |
68 | 5,93% |
69 | 6,15% |
70 | 6,40% |
71 | 6,66% |
Come faccio a sapere quanto sarà la mia pensione?
Per calcolare quanto si prenderà di pensione lorda mensile, bisogna prima calcolare il montante contributivo complessivo, poi moltiplicare il montante individuale per il coefficiente di trasformazione riferito all’età anagrafica in cui si esce dal mondo del lavoro ed infine dividere tale pensione lorda annua per 13 mensilità.
Come si applicano i coefficienti pensione alle frazioni di mese?
Il coefficiente di trasformazione per la pensione viene calcolato in base all’età precisa di pensionamento, considerando anche le frazioni di mese, aggiungendo tanti dodicesimi quanti sono i mesi tra il compimento della propria età (l’ultimo compleanno) e la data della pensione. Per calcolare i dodicesimi si divide il coefficiente dell’età già compiuta per quello successivo.
Perequazione pensioni: a quanto ammonta?
La perequazione delle pensioni è l’aumento automatico degli assegni pensionistici calcolato dall’INPS in base a tasso di indicizzazione annua stabilito dall’ISTAT (per il 2024 stabilito nella misura del 5,4%) e applicato con aliquote differenti ai diversi trattamenti in base al loro importo.
Tale rivalutazione è in pratica un adeguamento al costo della vita, aumentato per effetto dell’inflazione. Per il 2024, le regole sono state modificate dalla Legge di Bilancio, che ha previsto la perequazione al 100% dei trattamenti fino a 4 volte il minimo INPS (circa 1200 euro lordi al mese), riducendo invece l’aumento teoricamente spettante alle pensioni di importo maggiore.
- fino a 4 volte il minimo: indicizzazione al 100%
- fino a 5 volte il minimo: indicizzazione all’85%
- tra 5 e 6 volte il minimo: indicizzazione al 53%
- tra 6 e 8 volte il minimo: indicizzazione al 47%
- tra 8 e 10 volte il minimo: indicizzazione al 37%
- oltre 10 volte il minimo: indicizzazione al 22%
Nel 2025 torna la rivalutazione piena, con il sistema a tre fasce e la progressività negli aumenti tra fasce.
Calcolo pensione per tipologia di lavoro
Il calcolo della pensione non è un’operazione standard per tutte le categorie e i contratti di lavoro, ma varia notevolmente in base al tipo di lavoro svolto durante la carriera lavorativa e all’ente previdenziale di riferimento.
Dalla pensione per artigiani all’importante aspetto del calcolo pensione netta da stipendio netto, passando per le specifiche regole applicate ai lavoratori autonomi INPS, avvocati, docenti, giornalisti, metalmeccanici, lavoratori dello spettacolo, badanti, vigili del fuoco, medici ospedalieri e molto altro, vediamo di seguito le diverse formule e i fattori chiave che influenzano il complesso mondo del calcolo della pensione per ciascuna categoria professionale e tipologia di lavoratori.
Calcolo pensione artigiani
Il fondo pensione degli artigiani è gestito dalla Gestione speciale per artigiani e commercianti, una delle divisioni speciali dell’INPS dedicata ai lavoratori autonomi. Gli imprenditori di queste categorie sono tenuti all’iscrizione obbligatoria a tale Gestione. Vediamo i fattori chiave che influenzano il calcolo della pensione per gli artigiani.
Quanto paga un artigiano di contributi?
Gli artigiani devono versare contributi in base al reddito d’impresa dichiarato per fini fiscali. La base imponibile per il calcolo dei contributi comprende tutti i redditi d’impresa generati nell’anno. Esistono sia un contributo minimo che un massimale.
Qual è l’aliquota contributiva?
L’aliquota contributiva per la maggior parte degli artigiani è fissata al 24%, ma sale al 25% per il reddito d’impresa che supera il tetto pensionabile dei lavoratori dipendenti (pari a 43.279 euro per il 2022). Per i familiari collaboratori di età fino ai 21 anni, l’aliquota obbligatoria è ridotta al 22,35%.
Quali sono i minimi e i massimali per gli artigiani?
Il reddito minimo soggetto a contribuzione viene stabilito annualmente e nel 2022 è di 16.243 euro. Questo significa che il contributo minimo per gli artigiani ammonta a 3.905,76 euro, che corrisponde al 24% di 16.243 euro, più 7,44 euro per il fondo maternità. Per i collaboratori sotto i 21 anni, il contributo minimo è di 3.710,84 euro.
Il massimale, che determina il reddito massimo al di sopra del quale non è richiesto il versamento di contributi previdenziali, è pari a 80.465 euro per coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996 e 105.014 euro per coloro che hanno iniziato dopo il 1995.
Quando possono andare in pensione gli artigiani?
Gli artigiani possono accedere alla pensione di vecchiaia se soddisfano i seguenti requisiti ordinari:
- Hanno compiuto almeno 67 anni di età (con adeguamenti previsti dopo il 2024).
- Hanno versato almeno 20 anni di contributi.
- Hanno cessato il rapporto di lavoro dipendente.
In alternativa, possono accedere alla pensione di vecchiaia contributiva a 71 anni, con almeno 5 anni di contribuzione effettiva, volontaria o da riscatto, e con un assegno previdenziale non inferiore a 1,5 volte l’ammontare annuo dell’assegno sociale INPS, ovvero 702,15 euro per il 2022.
Tuttavia, è importante notare che a parità di anzianità contributiva e età anagrafica, le pensioni dei futuri pensionati potrebbero essere inferiori rispetto al passato, a causa della diminuzione del tasso di sostituzione (l’importo della pensione rispetto all’ultimo stipendio percepito) nel tempo.
Calcolo pensione autonomi INPS
Per quanto riguarda le pensioni per i lavoratori autonomi gestite dall’INPS, una recente circolare dell’INPS ha stabilito le nuove procedure per il ricalcolo della decorrenza delle pensioni a carico delle Gestioni speciali destinate ai lavoratori autonomi. Questa regolamentazione si applica quando una regolarizzazione dei contributi avviene dopo la presentazione della domanda di pensione. La circolare riguarda sia le pensioni di vecchiaia che quelle anticipate, nonché gli assegni ordinari di invalidità.
Decorrenza della pensione di vecchiaia
Secondo l’articolo 6 della legge 23 aprile 1981, n. 155, se i requisiti di anzianità assicurativa e contributiva non sono soddisfatti, la pensione di vecchiaia decorre dal primo giorno del mese successivo al raggiungimento dei requisiti attraverso la regolarizzazione. Tuttavia, su richiesta dell’interessato, la pensione può iniziare dal mese successivo alla presentazione della domanda, a condizione che tale data sia stata indicata nella domanda stessa.
In altre parole, la pensione di vecchiaia può decorrere dal primo giorno del mese successivo alla regolarizzazione dei contributi, anche se questa avviene dopo la presentazione della domanda. La scelta rimane a discrezione del richiedente.
Decorrenza della pensione anticipata
Nel caso in cui manchi il requisito contributivo al momento della domanda di pensione anticipata, la domanda verrà respinta. Tuttavia, se successivamente si effettua una regolarizzazione dei contributi per i periodi senza copertura contributiva, è possibile liquidare la pensione anticipata. In questo caso, la pensione inizia dal primo giorno del mese successivo alla regolarizzazione, a condizione che gli altri requisiti e condizioni siano soddisfatti. La finestra temporale originaria (per la finestra si fa riferimento alla data di maturazione dei requisiti e non alla regolarizzazione) deve essere rispettata.
Decorrenza dell’assegno di invalidità e della pensione di inabilità
Se il requisito contributivo non è soddisfatto al momento della domanda, è possibile perfezionarlo entro i termini di decadenza dall’azione giudiziaria. In questi casi, l’assegno ordinario di invalidità o la pensione di inabilità iniziano dal primo giorno del mese successivo alla regolarizzazione, a condizione che tutti gli altri requisiti sanitari e di erogabilità siano soddisfatti.
È importante notare che per la verifica del requisito contributivo nel quinquennio precedente la domanda, si utilizza un criterio che parte dalla data di presentazione della domanda stessa.
Calcolo pensione netta avvocati
La pensione per gli avvocati si calcola in modo diverso rispetto ai trattamenti INPS, in quanto i contributi previdenziali sono versati alla Cassa Forense, che stabilisce regole di calcolo proprie.
Dal 2014, l’iscrizione alla Cassa Forense è obbligatoria per tutti gli avvocati iscritti a un Albo Forense, senza considerare condizioni reddituali o l’effettiva pratica della professione.
Nel 2023, la riforma previdenziale per gli avvocati ha introdotto nuove modalità di calcolo per i nuovi iscritti. In particolare, la riforma pensionistica per gli avvocati entrerà in vigore nel 2024 e introdurrà un sistema di calcolo contributivo per garantire maggiore equità tra i versamenti e i trattamenti pensionistici.
Calcolo della pensione avvocati
La pensione degli avvocati è composta da due quote: una calcolata con criterio retributivo e un’altra con metodo contributivo. L’importo annuo della pensione viene calcolato in base al reddito pensionabile individuale e al numero di anni di iscrizione e contribuzione.
Requisiti per la pensione di vecchiaia
Per la pensione di vecchiaia, gli avvocati devono avere almeno 70 anni di età e 35 anni di contributi. Esistono opzioni di pensione anticipata con requisiti diversi.
Pensioni di inabilità o invalidità
Gli avvocati possono richiedere la pensione di inabilità o invalidità in caso di incapacità all’esercizio della professione a causa di malattia o infortunio. Gli importi sono calcolati in modo simile a quelli delle pensioni di vecchiaia.
Quanti contributi pagano gli avvocati?
Gli avvocati devono versare contributi alla Cassa Forense in base al reddito professionale dichiarato. Esistono agevolazioni contributive per i giovani avvocati e riduzioni per i neo-iscritti.
Gli avvocati possono richiedere un esonero temporaneo dal versamento dei contributi in casi particolari, conservando comunque i diritti pensionistici.
In caso di mancato o ritardato pagamento dei contributi previdenziali, vengono applicate sanzioni pecuniarie e disciplinari.
È possibile regolarizzare la posizione contributiva prima di una contestazione formale da parte della Cassa Forense, usufruendo di sconti sulle sanzioni.
Gli avvocati possono visualizzare i contributi pagati alla Cassa Forense attraverso l’Area Riservata online.
Quanto prendono di pensione gli avvocati
Nel 2021, la media delle pensioni degli avvocati era di circa 28.000 euro all’anno, includendo pensioni di reversibilità e invalidità.
Calcolo pensione ENPAM
Per consentire ai professionisti del settore sanitario di conoscere quando potranno andare in pensione e quale sarà l’importo della loro pensione, l’ENPAM ha realizzato uno strumento pratico: il servizio “Busta Arancione”, che permette loro di tenere sotto controllo la loro posizione previdenziale e simulare la pensione futura. Questo strumento aiuta a pianificare in modo strategico il futuro previdenziale, permettendo di prendere decisioni informate, come il riscatto di laurea o l’integrazione con una previdenza complementare.
Requisiti per la pensione ENPAM
Per andare in pensione anticipatamente con l’ENPAM, i medici e gli odontoiatri devono soddisfare i seguenti requisiti:
- età minima di 62 anni.
- 30 anni di anzianità dalla laurea.
- 35 anni di contribuzione (effettiva, riscattata o ricongiunta).
- possibilità di andare in pensione anticipatamente a qualsiasi età con almeno 30 anni di anzianità dalla laurea e 42 anni di contribuzione (effettiva, riscattata, ricongiunta).
Come funziona la Busta Arancione
Per consultare la propria Busta Arancione ENPAM, basta accedere all’area riservata e cliccare su “Ipotesi di pensione”. Il servizio fornisce una stima approssimativa della pensione di Quota A, di Quota B e per i periodi di attività svolta in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. Tuttavia, si tratta di una simulazione approssimativa.
Calcolo della pensione futura ENPAM
È possibile effettuare il calcolo della pensione futura considerando diverse ipotesi, come mantenere i guadagni in linea con la media dei redditi precedenti fino al pensionamento o avere un reddito futuro basato sulla media degli ultimi anni di attività. Inoltre, è possibile visualizzare tutti i fondi previdenziali attivi (Quota A, B, Fondo della Medicina convenzionata, ecc.) e scaricare i file PDF con le ipotesi di pensione legate a ciascun fondo.
Attenzione: La Busta Arancione potrebbe non includere le quote di pensione per alcune attività svolte come specialista ambulatoriale convenzionato, per le quali è necessaria una richiesta scritta agli uffici dell’ENPAM.
Calcolo pensione con lavoro usurante
Per calcolare la pensione dei lavori usuranti è essenziale conoscere i requisiti richiesti per il pensionamento anticipato:
- l’accesso alla pensione anticipata per i lavoratori addetti a mansioni usuranti è consentito ai lavoratori dipendenti che raggiungono la quota 97,6 con almeno 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi. Per i lavoratori autonomi, il requisito è una quota 98,6 con 62 anni e sette mesi di età e 35 anni di contributi;
- è necessario avere svolto lavori usuranti per almeno sette anni negli ultimi dieci anni di attività lavorativa o per un periodo equivalente a almeno la metà della vita lavorativa;
- sono considerati lavoratori usuranti coloro che svolgono mansioni particolarmente usuranti, lavoratori della “linea catena”, conducenti di veicoli per il trasporto pubblico di passeggeri e lavoratori notturni a turni.
Contributi validi per la pensione usuranti
I periodi considerati validi per il calcolo della pensione usuranti sono quelli in cui è stato effettivamente svolto lavoro, compresi i periodi in cui la contribuzione obbligatoria è stata integrata con contribuzione figurativa. Non sono inclusi i periodi in cui non è stata svolta attività lavorativa o quelli completamente coperti da contribuzione figurativa, come nel caso della mobilità.
Se un lavoratore ha già interrotto l’attività al momento della presentazione della domanda, il calcolo tiene conto dei periodi precedenti alla data di cessazione dell’attività.
Per raggiungere il requisito pensionistico (quota 97,6 o 98,6), è possibile cumulare i contributi. Se il cumulo comprende periodi di contribuzione in una gestione per lavoratori autonomi, il requisito sarà quota 98,6.
La pensione anticipata per lavori usuranti è accessibile anche a coloro che hanno svolto turni notturni per un periodo specifico (i requisiti minimi sono dettagliati nella legge 67/2011, articolo 1, comma 1, lettera b). Si fa riferimento all’anno solare, con un confronto tra un qualsiasi giorno e il corrispondente dell’anno precedente.
Domanda di pensione usuranti
Le domande devono essere presentate entro il 1° maggio di ogni anno per coloro che soddisfano i requisiti nello stesso anno. La presentazione in ritardo comporta il differimento della concessione della pensione in base alla durata del ritardo:
- un mese per un ritardo inferiore o uguale a un mese;
- due mesi per un ritardo superiore a un mese ma inferiore a tre mesi;
- tre mesi per un ritardo pari o superiore a tre mesi.
La domanda deve essere presentata online, allegando il modulo AP45.Per i dipendenti del comparto Scuola, la presentazione in ritardo comporta il differimento a settembre o novembre dell’anno successivo.
Calcolo pensione (netta) docenti
Per i docenti e il personale del comparto Scuola, ci sono diverse regole e scadenze da seguire quando si calcola la pensione lorda e netta, oltre a nuove novità per il 2023. Per procedere al calcolo della pensione dei docenti è necessario rispettare i seguenti requisiti:
- prima di presentare la domanda di pensione, è necessario comunicare la volontà di cessare dal servizio secondo le scadenze annuali stabilite da un decreto;
- per il calcolo della pensione netta dei docenti, è fondamentale che i requisiti siano maturati entro la fine di ogni anno solare.
La pensione di vecchiaia per i docenti può essere richiesta quando si raggiungono i 67 anni di età al 31 agosto 2023 (automaticamente) o al 31 dicembre 2023 (a richiesta), con un minimo di 20 anni di contributi.
È possibile richiedere la pensione di vecchiaia anche a 66 anni e 7 mesi di età al 31 dicembre 2023 con un’anzianità contributiva di almeno 30 anni al 31 agosto 2023.
Altre opzioni di pensionamento includono Opzione Donna, APe Sociale, Quota 100-102-103, o pensione anticipata. I requisiti variano a seconda della formula scelta.
Come si calcola la pensione per gli insegnanti?
Il calcolo della pensione dei docenti dipende dai contributi versati e dal metodo di calcolo utilizzato, in base alla data di inizio dell’attività lavorativa:
- Sistema misto (retributivo e contributivo) se si hanno meno di 18 anni di contributi versati alla fine del 1995.
- Sistema retributivo se si hanno versato contributi prima del 1995.
- Sistema contributivo se si è iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996.
Per stimare l’importo della propria pensione futura, è necessario conoscere il montante contributivo (numero di contributi versati durante la carriera), l’età alla quale si intende andare in pensione e i coefficienti di trasformazione applicati in base all’età.
Calcolo della pensione dei docenti: da lordo al netto
Per ottenere la pensione lorda mensile, si moltiplica il montante contributivo complessivo per il coefficiente di trasformazione e si divide per 13 mensilità.
Per calcolare la pensione netta, è necessario sottrarre le tasse, tra cui l’IRPEF in base allo scaglione di reddito, oltre ad addizionali comunali e regionali. Si devono anche considerare le eventuali detrazioni spettanti.
Ultime novità sulle pensioni dei docenti
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto alcune novità sperimentali per le pensioni, tra cui la nuova Quota 103, l’Opzione Donna ristretta e il Bonus Maroni. Queste opzioni offrono alternative ai docenti che soddisfano determinati requisiti.
Per la Quota 103, i docenti devono presentare la domanda di cessazione entro il 28 febbraio 2023 con effetto a partire dall’anno scolastico successivo. Il trattamento di pensione anticipata non può superare cinque volte il trattamento minimo.
Chi sceglie di rimanere al lavoro pur avendo diritto alla Quota 103 può ottenere uno sconto contributivo in busta paga (Bonus Maroni), a condizione di non valorizzare gli ultimi anni di lavoro per il diritto alla pensione.
Calcolo pensione amministratore Srl
Il calcolo della pensione per gli amministratori di Srl (Società a responsabilità limitata) è un argomento che spesso solleva dubbi e domande. Prima di esaminare le regole e fornire esempi pratici per comprendere come stabilire il compenso necessario per garantire una pensione autonoma, ricordiamo che gli amministratori delle Srl che ricevono un compenso devono iscriversi alla Gestione Separata INPS. I contributi previdenziali devono essere versati, per due terzi, dalla società e, per un terzo, dall’amministratore.
L’aliquota applicata al compenso dell’amministratore di Srl per il calcolo dei contributi previdenziali INPS varia a seconda delle circostanze:
- Se l’amministratore non ha altre forme di contribuzione previdenziale (cioè non ha altre fonti di reddito da lavoro dipendente o autonomo), l’aliquota è pari al 35,03% per il 2022 (l’aliquota viene stabilita annualmente).
- Se l’amministratore è iscritto a un’altra forma di contribuzione, l’aliquota contributiva può essere ridotta al 24-25%.
I massimali contributivi INPS, al di sopra dei quali non è necessario versare ulteriori contributi, sono stabiliti annualmente e si aggirano solitamente intorno ai 100.000 euro annui.
Quanto prende di pensione un amministratore di Srl?
Il calcolo della pensione per un amministratore di Srl dipende da vari fattori, tra cui l’anno in cui ha iniziato a lavorare, l’età di uscita dal mondo del lavoro e il montante contributivo individuale accumulato.
Per calcolare la pensione in un sistema contributivo, è necessario considerare il montante contributivo e i coefficienti di trasformazione, che rappresentano le percentuali da applicare al montante contributivo per ottenere l’importo lordo dell’assegno previdenziale. Questi coefficienti di trasformazione vengono aggiornati periodicamente, in base all’adeguamento alla speranza di vita e all’età di pensionamento.
La formula per il calcolo della pensione annuale lorda di un amministratore di Srl è la seguente:
Pensione annuale lorda = Montante contributivo * Coefficiente di trasformazione
Più contributi si versano, più tardi si va in pensione e più elevato sarà l’assegno. Inversamente, è possibile calcolare i contributi necessari per ottenere una determinata pensione:
Totale contributi da versare = Pensione desiderata / Coefficiente di trasformazione
Per calcolare il compenso imponibile INPS medio che l’amministratore dovrà ricevere in 20 anni, possiamo utilizzare la seguente formula:
Imponibile INPS = Totale contributi annui / Aliquota INPS
Calcolo pensione dipendenti pubblici
Per effettuare il calcolo della pensione per i dipendenti pubblici, è necessario tenere conto di diverse variabili e opzioni.
Prima di entrare nel dettaglio, è bene sapere quanti contributi pagano i dipendenti pubblici. I dipendenti pubblici versano contributi previdenziali sulla loro retribuzione imponibile, che include tutte le somme percepite in relazione al rapporto di lavoro. L’aliquota contributiva per i dipendenti delle Amministrazioni statali è del 33% (8,80% a carico del lavoratore e 24,20% a carico dell’Ente), mentre per i dipendenti di Enti locali e Asl è del 32,65% (8,85% a carico del lavoratore e 23,80% a carico dell’Ente).
Come si calcola la pensione dei dipendenti pubblici?
Il calcolo della pensione per i dipendenti pubblici dipende dall’anzianità contributiva:
- Con almeno 18 anni di contributi, si utilizza il calcolo retributivo per le anzianità maturate fino al 31 dicembre 2011, poi si passa al metodo contributivo.
- Con meno di 18 anni di contributi, si applica il retributivo all’anzianità maturata fino al 31 dicembre 1995, quindi si usa un metodo misto.
- I nuovi assunti dal 1996 utilizzano solo il criterio contributivo.
Come si calcola la pensione netta dei dipendenti pubblici
Per calcolare la pensione netta, i dipendenti pubblici devono sottrarre dall’importo lordo presente nel cedolino INPS le imposte IRPEF, le addizionali comunali e regionali, e aggiungere eventuali detrazioni fiscali spettanti.
Opzioni di pensione nella Gestione Pubblica
I dipendenti statali e di enti locali hanno diverse opzioni per la pensione, tra cui:
- Pensione di vecchiaia, con 67 anni di età e 20 anni di anzianità contributiva.
- Pensione di vecchiaia contributiva all’età di 71 anni, con almeno 5 anni di contribuzione effettiva, volontaria e da riscatto, con un importo minimo specifico.
- Pensione anticipata, con 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
- Pensione anticipata contributiva pura per i lavoratori iscritti al sistema pensionistico pubblico dal 1° gennaio 1996, con requisiti specifici.
- Opzione Donna, con 35 anni di contribuzione e requisiti di età specifici.
- Quota 100-102-103, con requisiti di età e contribuzione specifici.
- Pensione usuranti, con un’anzianità contributiva minima e un’età anagrafica specifica.
- Pensione precoci, con 41 anni di contribuzione e requisiti specifici.
Finestre mobili per la pensione dei dipendenti pubblici
Le pensioni dei dipendenti pubblici decorrono secondo determinate finestre temporali:
- La pensione di vecchiaia inizia dal mese successivo alla maturazione dei requisiti.
- La pensione anticipata inizia dopo una finestra mobile di tre mesi.
- La pensione nella scuola, la pensione inizia dall’1 settembre dell’anno in cui matura il diritto.
- Opzione Donna nella PA ha una finestra mobile di 12 mesi dalla maturazione dei requisiti.
- Quota 103 nella PA sconta una finestra mobile di 9 mesi dal raggiungimento dei requisiti.
- La pensione anticipata contributiva parte trascorsi 3 mesi di finestra mobile.
Calcolo pensione partita IVA
La pensione per i lavoratori autonomi con Partita IVA è un argomento di grande importanza per chi svolge attività imprenditoriali o professionali. In generale, per il calcolo della pensione, i titolari di Partita IVA seguono i requisiti ordinari della Legge Fornero, almeno per quanto riguarda l’età pensionabile. Possono andare in pensione a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi. In alternativa, possono accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi se sono uomini o 41 anni e 10 mesi di contributi se sono donne.
Tuttavia, se i lavoratori autonomi sono iscritti a Casse private, possono essere soggetti a regole specifiche in base all’età pensionabile e al calcolo dei contributi.
Quanti contributi versano le Partite IVA?
I titolari di Partita IVA devono iscriversi a una cassa o gestione specifica, a seconda della loro professione:
- Casse di previdenza di categoria: per i liberi professionisti con Albo professionale.
- Gestione Separata INPS: per i liberi professionisti senza cassa.
- Gestione Artigiani e Commercianti INPS: per gli artigiani e i commercianti.
Le casse di categoria hanno un sistema di contribuzione stabilito dai loro regolamenti, mentre le Gestioni INPS prevedono un sistema di contribuzione con percentuali variabili basate sul reddito imponibile.
Come si calcola la pensione con Partita IVA?
Il calcolo della pensione per le Partite IVA dipende dall’anzianità contributiva raggiunta al 31 dicembre 1995:
- Con almeno 18 anni di contributi: si utilizza un criterio misto, retributivo per l’anzianità maturata fino al 31 dicembre 2011 e contributivo per l’attività successiva all’1 gennaio 2012.
- Con meno di 18 anni di contributi: si applica un criterio misto, retributivo per l’anzianità maturata fino al 31 dicembre 1995 e contributivo per i periodi successivi all’1 gennaio 1996.
- Nuovi iscritti dall’1 gennaio 1996: si applica solo il criterio contributivo basato sui contributi versati nel corso degli anni.
Come si calcola la quota contributiva per gli autonomi?
L’ammontare della pensione lorda annua per i lavoratori autonomi viene calcolato moltiplicando il montante contributivo (contributi versati), il tasso annuo di capitalizzazione stabilito dall’ISTAT e il coefficiente di trasformazione. Il coefficiente di trasformazione è stabilito per legge e può variare ogni tre anni in base all’aspettativa di vita.
L’importo mensile della pensione viene calcolato dividendo il risultato di questa moltiplicazione per 13 mensilità.
Come si calcola la quota retributiva per gli autonomi?
Il calcolo della pensione retributiva si basa su due quote: la quota A e la quota B. La quota A si basa sulle retribuzioni delle ultime 260 settimane di lavoro dipendente o delle ultime 520 settimane per i lavoratori autonomi. La quota B viene calcolata sulle retribuzioni delle ultime 520 settimane di lavoro dipendente o delle ultime 780 settimane per i lavoratori autonomi.
I redditi utilizzati per il calcolo delle quote sono rivalutati tenendo conto dell’inflazione.
Come si calcola la pensione con il sistema misto per le Partite IVA?
Per coloro che hanno almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, si applica un sistema misto, retributivo fino al 31 dicembre 2011 e contributivo dopo il 1° gennaio 2012. Se i contributi versati prima del 1995 sono inferiori a 18 anni, si applica un sistema misto, retributivo fino al 31 dicembre 1995 e contributivo dal 1° gennaio 1996.
Quanto prende di pensione una Partita IVA?
L’importo della pensione per una Partita IVA dipende dall’anzianità contributiva, dalla cassa di appartenenza e dai contributi versati. In media, la pensione per una Partita IVA si situa tra il 35% e il 45% rispetto all’ultima retribuzione percepita.
Come funziona l’integrazione al minimo?
L’integrazione al minimo si attiva quando l’importo della pensione, calcolata secondo il metodo retributivo basato sui contributi effettivamente versati, è inferiore a un determinato importo stabilito (per il 2023 è pari a 563,73 euro al mese, ossia 6.829,94 euro all’anno). In questo caso, lo Stato copre la differenza tra l’importo maturato e la soglia stabilita, a condizione che siano soddisfatte determinate condizioni di reddito.
A quali pensionati viene fatto divieto di lavorare?
Alcuni pensionati, come quelli titolari di una pensione di inabilità o coloro che accedono a pensioni anticipate come Quota 103, Quota 102 o Quota 100, possono essere soggetti a divieto di lavoro fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia (attualmente 67 anni). Esistono deroghe per il lavoro autonomo occasionale, ma con limiti di reddito. Vi sono anche limiti di reddito che possono causare riduzioni delle pensioni per i superstiti e altre restrizioni per i pensionati di invalidità.
Calcolo pensione metalmeccanici
Il calcolo della pensione per i metalmeccanici è influenzato da diversi fattori, tra cui:
- Età pensionabile: attualmente, i requisiti per la pensione dei metalmeccanici prevedono l’età di 67 anni e almeno 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia. Per la pensione anticipata, sono richiesti almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Questi requisiti possono variare in base alle riforme previdenziali.
- Anzianità contributiva: maggiore è l’anzianità contributiva, ovvero il numero di anni in cui un lavoratore ha versato contributi previdenziali, maggiore sarà l’importo della pensione.
- Sistema di calcolo della pensione: esistono tre sistemi di calcolo per la pensione: contributivo, retributivo e misto. Il sistema contributivo si basa sui contributi versati, il sistema retributivo sulla retribuzione media annua e il sistema misto combina entrambi in base all’anno di inizio dell’attività lavorativa e all’anzianità contributiva.
- Retribuzione media annua (RAL) e aliquota di rendimento: la retribuzione media annua degli ultimi dieci anni di lavoro e l’aliquota di rendimento influenzano l’importo della pensione, soprattutto nel sistema retributivo.
- Opzioni: riscatto della laurea, periodi di congedo parentale e periodi di disoccupazione possono influenzare il calcolo della pensione.
Calcolo della pensione futura per i metalmeccanici
Il calcolo della pensione futura per i metalmeccanici dipende dal sistema di calcolo applicato:
- Sistema Contributivo: la pensione si calcola moltiplicando il montante contributivo (contributi versati) per un coefficiente di trasformazione basato sull’età del lavoratore al momento del pensionamento. Il montante contributivo è rivalutato annualmente, mentre il coefficiente di trasformazione tiene conto dell’aspettativa di vita e del tasso di rendimento reale.
- Sistema Retributivo: la pensione si basa sulla media delle retribuzioni degli ultimi dieci anni di lavoro, moltiplicata per un’allocazione di rendimento basata sull’anzianità contributiva. L’importo annuo della pensione è soggetto a eventuali penalizzazioni o maggiorazioni previste dalla legge.
- Sistema Misto: si calcolano due quote separate, una con il sistema retributivo e l’altra con il sistema contributivo, poi vengono sommate per ottenere l’importo annuo della pensione.
Ecco alcuni esempi di calcolo pensione per i metalmeccanici in base ai sistemi di calcolo:
- Sistema Contributivo: Se un lavoratore ha versato 150.000 euro di contributi e va in pensione a 67 anni con un coefficiente di trasformazione del 5,72%, la sua pensione annua sarebbe di 8.580 euro.
- Sistema Retributivo: Se un lavoratore ha una media di retribuzione annua di 30.000 euro negli ultimi dieci anni di lavoro e un’allocazione di rendimento dell’80%, la sua pensione annua sarebbe di 24.000 euro.
- Sistema Misto: Se un lavoratore ha 10 anni di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e altri 28 anni di anzianità contributiva dal 1° gennaio 1996 al 31 dicembre 2023, con una retribuzione media annua di 30.000 euro e i coefficienti applicabili, la sua pensione annua nel sistema misto sarebbe di 19.660 euro.
È importante notare che questi sono solo esempi e che il calcolo effettivo della pensione può variare in base a molteplici fattori individuali. Per ottenere una stima accurata della propria pensione, è consigliabile effettuare più simulazioni, ad esempio con il calcolatore messo a disposizione da PMI.it.
Calcolo pensione giornalisti
Negli ultimi anni, il sistema di calcolo delle pensioni per i giornalisti italiani ha subito significative modifiche, a seguito dell’assorbimento dell’INPGI (Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani) nell’INPS. Questi cambiamenti hanno avuto un impatto notevole sulla previdenza dei professionisti, praticanti e pubblicisti con un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica, nonché sui lavoratori autonomi del settore.
Fusione tra INPGI e INPS: cosa è cambiato
Prima della fusione tra INPGI e INPS, l’INPGI gestiva la previdenza dei giornalisti in regime di diritto privato. Tuttavia, a partire dal 1° luglio 2022, l’amministrazione dell’INPGI è cessata a causa di squilibri finanziari, e l’istituto è stato incorporato nell’INPS. Ciò ha comportato un’armonizzazione delle regole previdenziali tra i giornalisti e i dipendenti del settore privato.
L’assorbimento dell’INPGI nell’INPS ha portato alcune novità e agevolazioni per i giornalisti, tra cui:
- Prepensionamento: i giornalisti professionisti che hanno almeno 25 anni e 5 mesi di contributi e che sono stati ammessi al trattamento straordinario di integrazione salariale (CIGS) per riorganizzazione aziendale possono accedere al prepensionamento.
- Pensione anticipata: è possibile accedere alla pensione anticipata con almeno 60 anni di età e 25 anni e 5 mesi di contributi, ma solo per gli anni 2023-2025. Questa opzione è limitata ai giornalisti dipendenti da imprese editrici che hanno presentato piani di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale in presenza di crisi.
Calcolo della pensione dei giornalisti
Il sistema di calcolo della pensione per i giornalisti segue il principio della contribuzione definita. Questo significa che l’importo della pensione è principalmente determinato dai contributi versati durante la carriera lavorativa. Maggiore è l’anzianità contributiva accumulata, maggiore sarà l’importo della pensione.
Requisiti pensionistici e importi
Per quanto riguarda i requisiti pensionistici, valgono quelli dell’assicurazione INPS:
- Pensione di vecchiaia a 67 anni di età con 20 anni di contributi.
- Pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi per le donne, con una finestra mobile di tre mesi dalla maturazione dei requisiti.
- Pensione “Quota 103” a 62 anni di età con 41 anni di contributi.
Le persone che hanno raggiunto i requisiti pensionistici entro il 30 giugno 2022 possono continuare ad accedere alla pensione con le regole precedenti all’incorporazione dell’INPGI nell’INPS. Questa salvaguardia si applica a situazioni specifiche, come coloro che avevano raggiunto i requisiti per la pensione di anzianità o di vecchiaia entro il 31 dicembre 2016 nel regime INPGI.
Cambiamenti significativi nel calcolo pensionistico
I dati mostrano che, prima dell’incorporazione dell’INPGI nell’INPS, i giornalisti godevano di criteri di calcolo pensionistico più favorevoli rispetto ad altre categorie di lavoratori. Questi cambiamenti includono:
- Modalità di calcolo della retribuzione pensionabile: fino al 2006, i giornalisti potevano calcolare la retribuzione pensionabile basandosi sui migliori 10 anni della loro carriera lavorativa, il che consentiva loro di ottenere una pensione più elevata rispetto ad altre categorie di lavoratori.
- Aliquota di rendimento: fino al 2015, l’aliquota di rendimento utilizzata per il calcolo delle pensioni dei giornalisti era del 2,66% per ogni anno lavorato, superiore al 2% applicato ai dipendenti del settore privato.
- Introduzione ritardata del calcolo contributivo puro: il calcolo contributivo puro è stato introdotto per i giornalisti solo nel 2017, mentre nel settore privato era già stato applicato dal 1996 per coloro che non avevano accumulato almeno 18 anni di contribuzione.
Pensione per giornalisti INPGI 2
Dopo il 1° luglio 2022, l’INPGI ha continuato a fornire tutele previdenziali ai giornalisti professionisti e pubblicisti che svolgono attività autonoma o collaborazione coordinata e continuativa, iscritti presso la Gestione Separata dell’INPGI, nota come “INPGI 2”. I requisiti e le prestazioni pensionistiche per questa categoria saranno differenti rispetto al regime generale, con un calcolo interamente contributivo.
Calcolo pensione netta geometri
Per il calcolo della pensione, i geometri italiani devono far riferimento alla Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Geometri Liberi Professionisti (Cassa Geometri). Questa cassa è destinata a tutti i geometri liberi professionisti iscritti all’Albo, inclusi coloro che esercitano la professione in modo non continuativo ed esclusivo. L’importo dei contributi obbligatori varia in base al reddito annuale e alla categoria.
Quali contributi devono versare i geometri
I geometri devono versare vari tipi di contributi:
- Contributo soggettivo: questo contributo, deducibile fiscalmente, è calcolato in base a una percentuale del reddito professionale imponibile Irpef. Per il 2023, è pari al 18% fino a un reddito di € 159.800,00 e al 3,5% su redditi superiori a tale importo.
- Contributo integrativo: questo contributo è obbligatorio per tutti gli iscritti, ad eccezione dei praticanti, ed è pari al 5% del volume d’affari prodotto nell’anno precedente, con un contributo minimo che varia in base alle prestazioni svolte.
- Contributo di maternità: questo contributo è obbligatorio per tutti gli iscritti ed è quantificato annualmente.
È importante tenere traccia dei versamenti contributivi poiché influenzeranno l’importo della pensione netta.
Come si calcola la pensione dei geometri
Il calcolo della pensione per i geometri tiene conto di diversi fattori, tra cui il reddito annuo medio e il numero di anni di contribuzione. Inoltre, esistono diverse opzioni di pensionamento in base all’età, all’anzianità contributiva e alle condizioni personali dei geometri.
Di seguito, le principali tipologie di pensione per i geometri:
- Pensione di Vecchiaia: si percepisce raggiungendo i requisiti di età (67 anni per gli uomini e 66 anni e 7 mesi per le donne) e contributivi (almeno 35 anni di contributi). Il calcolo della pensione combina il sistema retributivo per gli anni fino al 2009 e il sistema contributivo per gli anni successivi.
- Pensione di Vecchiaia Reddituale: si ottiene a 70 anni d’età e almeno 35 anni di contributi. Il calcolo è basato su un sistema misto, con il sistema retributivo fino alla 40ª annualità e il sistema contributivo successivamente.
- Pensione Anticipata: per accedervi, sono richiesti almeno 60 anni di età, 40 anni di contributi minimi, un importo di pensione non inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Viene applicata una riduzione in proporzione ai mesi di anticipo rispetto all’età standard di pensionamento.
- Pensione di Vecchiaia Contributiva: si può ottenere a 67 anni d’età e 20 anni di contributi, oppure a 70 anni d’età e almeno 5 anni di contribuzione.
- Pensione di Invalidità o Inabilità: richiede un minimo di 10 anni di contribuzione per malattia o 5 anni per infortunio, oltre a una capacità lavorativa inferiore al 33% per l’invalidità e al 100% per l’inabilità.
- Pensione Indiretta o Reversibile.
Pensione netta per geometri
L’importo della pensione netta per i geometri è l’ammontare effettivamente erogato al pensionato dopo l’applicazione delle detrazioni fiscali e delle imposte, in base al reddito e alle addizionali regionali e comunali. Queste detrazioni possono variare nel tempo e dipendono dal sistema fiscale vigente al momento del pensionamento. La formula per calcolare l’importo della pensione netta rispetto a quella lorda è:
Pensione Netta = Pensione Lorda – (IRPEF Dovuta + Addizionali – Detrazioni IRPEF Spettanti).
Opzioni di integrazione
Per integrare il proprio reddito pensionistico, i geometri possono considerare fondi pensione integrativi o altre forme di previdenza complementare. Tuttavia, è essenziale valutare attentamente le condizioni e i rendimenti offerti da tali strumenti finanziari prima di aderirvi.
Calcolo pensione ENPAB
Per effettuare il calcolo della pensione per i biologi iscritti all’ENPAB, l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Biologi, bisogna tenere a mente diversi punti chiave.
La pensione di vecchiaia per i biologi è concessa a coloro che hanno compiuto 65 anni e hanno accumulato almeno 5 anni di contribuzione effettiva. È possibile richiedere la pensione dopo aver raggiunto questi requisiti, con decorrenza dal 1° giorno del mese successivo. Inoltre, i biologi hanno la possibilità di continuare l’attività professionale per aumentare l’importo della pensione.
Per coloro che desiderano una pensione anticipata, sono richiesti 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, gli stessi requisiti previsti dall’INPS.
Come si calcola la pensione dei biologi
Il calcolo della pensione per i biologi si basa su due sistemi principali: il sistema retributivo e il sistema contributivo.
- Il sistema retributivo garantisce pensioni socialmente sostenibili, pari a circa l’80% della media dello stipendio degli ultimi anni di lavoro, ma può diventare economicamente insostenibile se il rapporto tra lavoratori attivi e pensionati si riduce.
- Il sistema contributivo prevede una pensione commisurata ai contributi versati durante la vita lavorativa, anche se le pensioni erogate possono essere più basse.
L’ENPAB ha implementato diverse misure per aumentare le pensioni dei biologi. Nel 2011, la “Legge Lo Presti” ha aumentato il contributo integrativo dal 2% al 4%, aumentando il tasso di sostituzione dal 28,92% al 34%. Tuttavia, l’ENPAB continua a cercare modi per incrementare i montanti, utilizzando il fondo di riserva e applicando tassi di rivalutazione superiori a quelli previsti dalla legge.
Inoltre, è stata introdotta un’ulteriore variazione: l’aumento del contributo soggettivo dal 10% al 15% del reddito professionale netto prodotto nell’anno. Questo significa che un contributo più elevato si tradurrà in un montante e un’importo di pensione maggiori.
I minimi contributivi ENPAB
L’ENPAB stabilisce contributi minimi obbligatori per l’iscrizione. Questi contributi possono essere ridotti del 50% o del 2/3 su richiesta del biologo, a seconda del numero di mesi di iscrizione.
Ricongiunzione dei contributi previdenziali ENPAB
La ricongiunzione è un istituto che permette ai biologi di unificare i periodi di contribuzione presso altri enti previdenziali per acquisire i requisiti per il diritto alle prestazioni pensionistiche. È possibile effettuare una ricongiunzione attiva (in entrata) o passiva (in uscita) con ENPAB, a seconda delle esigenze del biologo.
Totalizzazione pensione ENPAB
La totalizzazione è un’altra opzione che consente di acquisire il diritto a un’unica pensione sommando i periodi di contribuzione in diverse gestioni previdenziali. I requisiti anagrafici e contributivi devono essere adeguati agli incrementi della speranza di vita e possono variare tra diverse gestioni.
Cumulo pensionistico ENPAB
A partire dal 1° gennaio 2017, è possibile cumulare periodi contributivi non coincidenti per ottenere un’unica pensione, a condizione di aver raggiunto i requisiti specifici per ciascuna gestione. Ad esempio, per ottenere la pensione di vecchiaia in cumulo con ENPAB, è necessario aver compiuto 66 anni e 7 mesi e aver contribuito per almeno 20 anni.
Calcolo pensione ENPAF
L’ENPAF (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Farmacisti) è l’ente previdenziale incaricato della gestione e del calcolo delle pensioni per i farmacisti.Per accedere alla pensione ENPAF, i farmacisti devono soddisfare i seguenti requisiti:
- Età minima di 68 anni e 9 mesi.
- Almeno 30 anni di contributi effettivi versati.
- Un’attività professionale di almeno 20 anni.
L’età minima richiesta può essere soggetta a modifiche in base all’aspettativa di vita. La pensione ENPAF è calcolata in base all’ammontare dei contributi versati durante la carriera lavorativa.
Quanto prende di pensione un farmacista
L’importo della pensione di un farmacista dipende dall’ammontare dei contributi versati ogni anno. Ad esempio, un farmacista che ha iniziato a versare contributi dopo il 1 gennaio 2004 e ha maturato i requisiti richiesti (30 anni di contributi), può aspettarsi una pensione mensile lorda di circa 516,46 € per 13 mensilità, pari a circa 6.714 euro all’anno. Tuttavia, l’importo varia in base alla percentuale di riduzione applicata se si ha una contribuzione ridotta.
Quando possono andare in pensione i farmacisti
Le prestazioni pensionistiche dell’ENPAF per i farmacisti si suddividono in diverse categorie:
- Pensione di vecchiaia ENPAF: richiede un’età minima di 68 anni e 9 mesi, almeno 30 anni di iscrizione e contribuzione effettiva all’ENPAF e 20 anni di attività professionale. È possibile richiedere la liquidazione della pensione compilando la modulistica disponibile sul sito dell’ENPAF.
- Pensione di invalidità ENPAF: concessa a coloro che sono inabili in modo assoluto e permanente a svolgere la propria attività professionale, sono più giovani dell’età pensionabile, hanno almeno 5 anni di contribuzione, e hanno versato contributi per almeno 3 anni nel quinquennio precedente la richiesta di pensione.
- Pensioni ENPAF ai superstiti: vengono erogate in favore dei coniugi, dei figli, dei nipoti e degli altri superstiti di un farmacista iscritto all’ENPAF deceduto. Le aliquote della pensione variano in base alla situazione familiare.
- Pensioni ENPAF in totalizzazione: consentono di cumulare i contributi previdenziali versati in diverse gestioni per ottenere una pensione unica.
- Pensioni ENPAF in cumulo: consentono di unire i periodi di contribuzione versati in diverse gestioni previdenziali senza costi aggiuntivi.
- Indennità di maternità: offerta alle farmaciste che non ricevono copertura indennitaria da altri enti previdenziali. L’indennità copre la gravidanza, il puerperio, l’interruzione di gravidanza e l’adozione o affidamento di un minore.
Quanti contributi pagano i farmacisti
I farmacisti iscritti all’ENPAF devono versare contributi previdenziali, assistenziali e per la maternità, il cui importo varia in base alla categoria di appartenenza e alla scelta di eventuali riduzioni. Esistono tre tipi di contributi: “intera,” “ridotta,” e “di solidarietà.” Nel 2023, la scadenza per il pagamento delle rate è fissata al 30 giugno, 31 luglio e 31 agosto.
Riduzione della quota annuale
Le riduzioni contributive sono previste per i farmacisti che esercitano attività professionale in regime di lavoro dipendente, i disoccupati temporanei e involontari, i non esercenti attività professionale, e i pensionati ENPAF. La percentuale di riduzione può variare dal 33,33% all’85%, a seconda delle circostanze specifiche.
Restituzione dei contributi
È possibile richiedere la restituzione dei contributi previdenziali versati fino all’anno 2003, ma questi verranno decurtati dell’aliquota percentuale corrispondente alla copertura assicurativa dei rischi di invalidità o morte. I contributi versati a partire dall’anno 2004 non sono rimborsabili.
Calcolo pensione lavoratori dello spettacolo ex ENPALS
Dal 2012, l’Ente di Previdenza dei Lavoratori dello Spettacolo (ENPALS) è confluito nell’INPS, mentre il Fondo Pensione Lavoratori dello Spettacolo (FPLS) è diventato l’assicurazione obbligatoria per tutti i dipendenti e autonomi del settore dello spettacolo. Questo fondo speciale presenta regole di pensionamento particolari, che richiedono una comprensione approfondita per ottenere una pensione corretta. Vediamo come si calcola la pensione per i lavoratori dello spettacolo ex ENPALS.
Lavoratori ex ENPALS: chi deve iscriversi al FPLS
Il FPLS include diverse categorie di lavoratori, come cantanti, ballerini, attori, registi, doppiatori, sceneggiatori e molti altri. Inoltre, vi sono iscritti i dipendenti di ippodromi, scuderie, cinodromi, case da gioco, sale scommesse e impianti sportivi. Per un elenco completo delle categorie iscritte, consulta l’Allegato 1 della Circolare 83/2016, come integrato dall’Allegato 1 della Circolare 155/2021.
Requisiti contributivi per la pensione del Fondo Spettacolo
Un aspetto peculiare del FPLS è la misurazione dell’anzianità contributiva in giornate, considerando un anno lavorativo di 312 giorni. Gli assicurati sono suddivisi in tre gruppi (A, B e C) in base al tipo di attività lavorativa svolta, ognuno con requisiti specifici per raggiungere l’annualità di contribuzione necessaria per la pensione.
- Gruppo A: lavoratori a tempo determinato che prestano attività artistica o tecnica direttamente connessa con la produzione dello spettacolo.
- Gruppo B: lavoratori a tempo determinato che prestano attività al di fuori delle ipotesi del Gruppo A.
- Gruppo C: lavoratori dello spettacolo con contratti a tempo indeterminato.
Prima della Riforma Amato, i lavoratori iscritti al Fondo erano divisi in due gruppi: il Gruppo A per il personale artistico e tecnico con contratti saltuari o a tempo determinato, e il Gruppo B per i lavoratori comuni dell’impresa con contratti a tempo indeterminato. Pertanto, per coloro che hanno versato contributi prima del 1 agosto 1997, l’anzianità contributiva necessaria per ottenere il diritto alla pensione è personalizzata.
Accredito contributi per lavoratori dello Spettacolo
Il Fondo prevede un sistema convenzionale semplificato per il raggiungimento dell’annualità di contribuzione, il che significa che in un anno possono essere versati contributi per un numero di giorni superiori a quelli necessari per coprire un anno di contribuzione. Tuttavia, l’eccedenza contributiva viene considerata solo al momento della valutazione finale.
Contribuzione d’ufficio: come funziona
Per i lavoratori del Gruppo A, il Fondo offre un meccanismo di copertura d’ufficio per completare l’anno di contribuzione, ma con alcune condizioni. Questi contributi sono riconosciuti solo ai fini del diritto alle prestazioni e non influenzano l’ammontare dell’assegno pensionistico.
Passaggi di gruppo e massimali pensionistici
Il passaggio tra i diversi gruppi è regolato da normative specifiche che prevedono il riproporzionamento dei contributi giornalieri accumulati. Il Fondo ha anche massimali pensionistici diversi rispetto all’AGO, in base alla data di iscrizione al Fondo.
- Per coloro iscritti prima del 31 dicembre 1995, il massimale giornaliero varia in base alla retribuzione annua.
- Per coloro iscritti dopo il 31 dicembre 1995, il massimale annuo è fisso.
Inoltre, sulla retribuzione che supera queste soglie, viene applicato un contributo di solidarietà del 5%.
Quando vanno in pensione i lavoratori dello Spettacolo?
Il Fondo offre diverse prestazioni, tra cui la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata, l’assegno ordinario di invalidità, la pensione di inabilità e la pensione ai superstiti. Alcune categorie professionali hanno diritto alla pensione di vecchiaia con requisiti ridotti rispetto alla normativa vigente, e alcune categorie possono richiedere una pensione di invalidità specifica, previa verifica dei requisiti.
Calcolo della Pensione ex ENPALS
Il calcolo della pensione ex ENPALS avviene in tre fasi:
- Quota A: basata sull’anzianità contributiva fino al 1992. Calcolata sulla base della media delle migliori 540 retribuzioni giornaliere rivalutate fino al quinto anno precedente la pensione.
- Quota B: basata sull’anzianità contributiva dal 1993 al 1995 o al 2011, a seconda del gruppo di appartenenza. La retribuzione è basata sulla media delle migliori retribuzioni giornaliere dell’intera carriera lavorativa.
- Quota C: basata sul sistema contributivo per l’anzianità maturata dal 1996 o 2012 in poi.
Aliquote di rendimento FPLS
Le aliquote di rendimento della retribuzione pensionabile nel FPLS seguono le regole dell’AGO, con un’aggiunta per le quote superiori al primo tetto di retribuzione pensionabile.
Contributi FLPS e FPLD per la pensione
I contributi versati al FPLS possono essere utilizzati insieme a quelli versati nell’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti (FPLD) per ottenere una prestazione previdenziale unica come la pensione di vecchiaia.
Calcolo pensione ENPAPI
L’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica (ENPAPI) è un ente previdenziale obbligatorio per gli infermieri e gli ostetrici iscritti all’Ordine professionale. Questo ente si occupa di fornire assistenza sanitaria e previdenziale ai suoi iscritti, inclusi servizi come pensioni, prestiti, assicurazioni e assistenza sanitaria. Vediamo come calcolare la pensione ENPAPI.
Chi deve iscriversi all’ENPAPI
Gli infermieri che svolgono attività in forma individuale, associati a uno studio professionale o soci di una cooperativa sociale con rapporto di lavoro autonomo, devono obbligatoriamente iscriversi all’ENPAPI. Questa iscrizione è anche necessaria per gli infermieri che esercitano la professione in modo indipendente con un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa o prestazioni di lavoro autonomo occasionale.
Prestazioni previdenziali ENPAPI
L’ENPAPI offre diverse prestazioni previdenziali, tra cui:
- Pensione di Vecchiaia: si acquisisce a 65 anni con almeno cinque anni di contributi effettivi o a 57 anni con almeno 40 anni di anzianità contributiva.
- Pensione Anticipata: si perfeziona a 57 anni con almeno 40 anni di anzianità contributiva.
- Assegno di Invalidità: si ottiene se la capacità lavorativa è ridotta a meno di un terzo in modo continuativo, a qualsiasi età.
- Pensione di Inabilità: si acquisisce se l’iscritto non è più in grado di svolgere l’attività professionale a causa di malattia o infortunio.
- Indennità di Maternità: fornisce assistenza alle donne iscritte in caso di maternità.
L’importo della pensione dipende dal sistema contributivo e dai contributi versati individualmente.
Cumulo, Totalizzazione e Ricongiunzione
Gli iscritti possono richiedere il cumulo e la totalizzazione dei contributi previdenziali maturati in diverse gestioni previdenziali per ottenere un’unica pensione. La ricongiunzione consente di unificare i periodi di contribuzione previdenziale da diverse gestioni per calcolare una pensione unica.
Quanti contributi pagano gli infermieri?
Gli infermieri versano tre tipologie di contributi all’ENPAPI:
- Contributo Soggettivo: corrisponde al 16% del reddito netto professionale (al netto delle spese, al lordo della ritenuta d’acconto) e può aumentare fino al 23% del reddito professionale.
- Contributo Integrativo: è pari al 4% dei corrispettivi lordi che formano il reddito imponibile dell’attività autonoma infermieristica.
- Contributo di Maternità: viene stabilito ogni anno per fornire l’indennità di maternità alle donne iscritte.
Contribuzione volontaria
È possibile versare contributi in forma volontaria per raggiungere il requisito minimo contributivo per la pensione di vecchiaia o aumentare il montante contributivo. Ci sono requisiti specifici per essere ammissibili a questa opzione.
Riscatto attività professionali e periodi di studio
L’ENPAPI offre l’opzione di riscattare attività libero-professionali svolte per un periodo limitato e periodi di studio come il conseguimento di diplomi o lauree in infermieristica. I contributi necessari per il riscatto variano in base a diversi fattori.
Gestione separata ENPAPI
Per gli iscritti alla Gestione Separata ENPAPI, la contribuzione è divisa tra il committente e il collaboratore, con aliquote che dipendono dalla situazione previdenziale del collaboratore.
Quanto prendono di pensione gli infermieri?
L’importo della pensione ENPAPI dipende dal montante contributivo e dal sistema contributivo utilizzato. Il calcolo si basa su una formula che tiene conto dei contributi versati individualmente e dell’età al momento del pensionamento.
L’ENPAPI offre anche uno strumento di simulazione pensionistica che consente agli iscritti di calcolare l’importo dell’assegno pensionistico in base a vari parametri.
In sintesi, l’ENPAPI fornisce un sistema previdenziale importante per gli infermieri e gli ostetrici iscritti all’Ordine professionale, con diverse opzioni per il calcolo della pensione e la possibilità di versare contributi volontari per garantire una sicura e stabile pensione in futuro.
Calcolo pensione ENPAV
Il calcolo della pensione dei medici veterinari è affidato all’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Veterinaria (ENPAV). I medici veterinari hanno diverse opzioni per accedere alla pensione tramite l’ENPAV. Vediamole.
Pensione di Vecchiaia ENPAV: questa è la principale forma di sostegno economico per i medici veterinari che hanno raggiunto una certa età e anzianità contributiva. L’ENPAV offre diverse opzioni di pensione di vecchiaia, tra cui la pensione di vecchiaia ordinaria e quella anticipata, con o senza riduzione.
Pensione di Vecchiaia Ordinaria: Richiedibile dai medici veterinari che hanno compiuto 68 anni di età e accumulato almeno 35 anni di iscrizione e contribuzione. Inizia a essere erogata dal primo giorno del mese successivo al soddisfacimento di entrambi i requisiti.
Pensione di Vecchiaia Anticipata: Consente ai medici veterinari di andare in pensione prima dell’età ordinaria, ma l’importo potrebbe subire una riduzione in base all’età e ai contributi versati al momento della richiesta. Sono previste due modalità:
- Pensione di Vecchiaia Anticipata Senza Riduzione: Richiede un’età compresa tra i 62 e i 67 anni e almeno 40 anni di iscrizione e contribuzione.
- Pensione di Vecchiaia Anticipata Con Riduzione: Richiede un’età tra i 62 e i 67 anni e almeno 35 anni di iscrizione e contribuzione.
Pensioni di Invalidità e Inabilità ENPAV. Queste pensioni forniscono supporto economico ai medici veterinari che hanno subito una riduzione permanente della capacità lavorativa a causa di malattia o infortunio.
- Pensione di Inabilità: Concessa agli iscritti con un grado di invalidità del 100%.
- Pensione di Invalidità: Destinata agli iscritti con un grado di invalidità del 66,67% o superiore.
Pensione ai Superstiti ENPAV. Queste prestazioni pensionistiche sono per i familiari dei medici veterinari deceduti, sia iscritti attivi che già pensionati.
- Pensione di Reversibilità: Per i superstiti del medico veterinario che era già titolare di una pensione al momento del decesso.
- Pensione Indiretta: Per i superstiti del medico veterinario che, al momento del decesso, era iscritto all’ENPAV da almeno 5 anni e non stava già percependo una pensione.
Pensione Modulare ENPAV. Questa è una somma aggiuntiva alla Pensione Base che i medici veterinari possono accumulare volontariamente, destinando una percentuale del loro reddito professionale a un fondo chiamato “Contributi modulari”. Questo sistema consente di aumentare il reddito pensionistico futuro.
Pensioni in Cumulo. Questa opzione permette ai medici veterinari con carriere discontinue di unire i contributi versati a vari enti previdenziali sotto una sola pensione.
Totalizzazione della Pensione. Consente ai lavoratori di cumulare i periodi di contribuzione maturati presso diversi enti previdenziali per ottenere diverse tipologie di pensione.
Ricongiunzione Pensione. Permette il trasferimento dei contributi e dei periodi di anzianità contributiva da un ente previdenziale all’altro.
Riscatto Periodi non Coperti da Contribuzione. Consente di ottenere la pensione per determinati periodi non coperti da contributi, come il periodo di laurea o servizio militare.
Rendita Pensionistica ENPAV. Questa prestazione sostituisce la pensione per coloro che non hanno maturato il diritto a quest’ultima.
Quanto versano i veterinari in contributi?
I contributi previdenziali per i medici veterinari variano in base alla loro situazione professionale:
- Contributi Minimi: sono gli stessi per tutti gli iscritti, indipendentemente dal reddito o dal fatturato professionale.
- Contributo Soggettivo Percentuale: dipende dal reddito professionale eccedente i contributi minimi.
- Contributo Integrativo Percentuale: dipende dal fatturato eccedente i contributi minimi.
Gli obblighi contributivi devono essere soddisfatti attraverso avvisi di pagamento pagoPA, pubblicati nell’Area Riservata del sito dell’ENPAV, in due rate, generalmente il 31 maggio e il 31 ottobre.
Calcolo della pensione veterinaria
L’importo delle pensioni di vecchiaia è basato sulla media dei migliori 35 redditi professionali dichiarati durante l’intera vita contributiva, considerando solo i redditi successivi al 1991. È previsto anche un importo minimo per la pensione di vecchiaia ordinaria.
Le pensioni di invalidità e inabilità dipendono da diversi fattori, tra cui i redditi dichiarati, l’anzianità contributiva e il tipo di pensione richiesta. È garantito un importo minimo per entrambe le pensioni.
La pensione modulare è calcolata utilizzando un metodo contributivo con coefficienti correlati all’età dell’iscritto al momento del pensionamento.
La rendita pensionistica è basata sui contributi versati fino al momento della richiesta, con una riduzione proporzionale in caso di contributi non completamente versati.
Il calcolo delle pensioni in cumulo e totalizzazione varia in base ai contributi maturati presso diversi enti previdenziali.
Calcolo pensione medico di base
Vediamo come funziona il calcolo della pensione per i medici di base. I medici di famiglia e i pediatri di libera scelta, sono professionisti convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e non dipendenti diretti dello stesso. L’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri (ENPAM) è l’organizzazione di riferimento per il calcolo delle pensioni dei medici di base.
Quanti contributi pagano i medici di base?
I medici di base, i pediatri di libera scelta e gli addetti ai servizi di continuità assistenziale e all’emergenza territoriale versano contributi previdenziali a diverse gestioni dell’ENPAM. I contributi previdenziali per l’attività in convenzione con il SSN vengono versati direttamente dalle ASL.
Le quote contributive sono le seguenti:
- 257,73€ per i medici fino al compimento dei 30 anni;
- 500,26€ per coloro che hanno un’età compresa tra i 30 e i 35 anni;
- 938,75€ per gli iscritti tra i 35 e i 40 anni;
- 1.733,72€ per gli iscritti sopra i 40 anni.
Gli studenti universitari iscritti all’ENPAM possono usufruire di una quota agevolata di 128,87€.
Quando vanno in pensione i medici di base?
I medici di base convenzionati con l’ENPAM hanno due principali vie d’uscita per il pensionamento: la pensione anticipata e la pensione di vecchiaia.
- Pensione di vecchiaia per la Quota A (Fondo generale): dal compimento dei 68 anni.
- Pensione anticipata per la Quota A (Fondo generale): a partire dai 65 anni di età, ma solo per chi è ancora iscritto alla gestione e ha almeno 20 anni di contribuzione.
Come si calcola la pensione dei medici di base?
La pensione dell’ENPAM si compone di diverse voci che riflettono l’attività professionale e i contributi versati da ciascun iscritto. La Quota A è una pensione di base, assegnata a tutti i medici e odontoiatri iscritti all’Ordine, mentre la Quota B è calcolata in base all’attività professionale specifica svolta.
Il metodo tradizionale di calcolo ENPAM è simile al metodo retributivo. La pensione viene calcolata moltiplicando gli anni di versamento per un coefficiente di rendimento (solitamente 1,25%) e poi per il reddito medio dell’iscritto. L’importo annuale è suddiviso in 12 mensilità.
Come incrementare l’importo della pensione?
Per migliorare la propria posizione previdenziale e aumentare l’importo dell’assegno di pensione, i medici iscritti all’ENPAM hanno diverse opzioni:
- Contributi volontari: effettuare versamenti volontari per aumentare l’anzianità contributiva e l’assegno di pensione.
- Riscatto: coprire periodi in cui non sono stati versati contributi previdenziali, ad eccezione della Quota A. Possono essere riscattati periodi come corsi di laurea e servizio militare/civile.
- Allineamento: adeguare i contributi già versati a una contribuzione più alta corrisposta in periodi di reddito maggiore.
- Aliquota modulare: aumentare volontariamente la percentuale di contribuzione personale per aumentare l’assegno di pensione.
- Contributo volontario per genitorialità: coprire i periodi in cui non sono stati versati contributi a causa di eventi legati alla genitorialità.
- Totalizzazione e ricongiunzione: unificare i periodi assicurativi diversi in un’unica pensione.
- Cumulo: aggregare contributi da diverse casse previdenziali, senza passare al sistema contributivo.
Queste opzioni consentono ai medici di base di personalizzare la propria strategia previdenziale in base ai propri obiettivi e alla situazione finanziaria attuale.
Calcolo pensione medico ospedaliero
I medici ospedalieri, noti ora come dirigenti medici, sono professionisti che lavorano all’interno del sistema sanitario pubblico. Contrariamente ai medici di medicina generale o ai medici liberi professionisti, questi medici sono dipendenti della Pubblica Amministrazione e il loro stipendio è determinato da vari fattori, tra cui l’anzianità di servizio, il ruolo ricoperto nell’ospedale e il livello di responsabilità professionale o amministrativa.
La retribuzione dei medici ospedalieri è regolamentata dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Sanità, che disciplina i rapporti tra i dipendenti del settore sanitario e la Pubblica Amministrazione.
Di conseguenza, è differente anche il calcolo della pensione dei medici ospedalieri. Per quanto riguarda le pensioni, i medici ospedalieri versano una percentuale del loro reddito da lavoro dipendente all’INPS e una percentuale del reddito da libera professione all’ENPAM.
Contributi dei medici ospedalieri
I medici ospedalieri versano contributi al sistema pensionistico attraverso l’INPS e l’ENPAM. In particolare:
- All’INPS, versano circa il 33% del loro reddito da lavoro dipendente.
- All’ENPAM, versano l’18,5% del loro reddito da libera professione, ma possono optare per un’aliquota inferiore del 50% se sono già soggetti a prelievi obbligatori in un altro fondo.
Età di Pensionamento
Esistono differenze significative tra l’età di pensionamento dei medici dell’INPS e quelli dell’ENPAM. La pensione dei medici dell’INPS può essere richiesta prima dei 67 anni con 42 anni e 10 mesi di contributi. Invece, la pensione dell’ENPAM richiede un’età minima di 62 anni, almeno 35 anni di contributi e un’anzianità di laurea non inferiore a 30 anni. È possibile richiedere la pensione ENPAM con 42 anni di contributi, ma se si sceglie di andare in pensione prima dell’età di vecchiaia, l’assegno subisce una riduzione proporzionale all’età del pensionato.
Inoltre, i medici ospedalieri hanno la possibilità di lavorare fino a 70 anni o fino a quando hanno accumulato 40 anni di servizio. La Manovra 2023 ha innalzato il limite di età per il pensionamento del personale medico a 72 anni su base volontaria fino al 2026.
Opzioni di Pensionamento
Nel 2023, i medici ospedalieri hanno diverse opzioni di pensionamento:
- Pensione Anticipata: richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per uomini e 41 anni e 10 mesi per donne, indipendentemente dall’età.
- Pensione di Vecchiaia: è possibile richiederla a 67 anni con almeno 20 anni di contribuzione.
- Quota 103: questa opzione è disponibile per chi è nato entro il 31 dicembre 1961 e ha accumulato 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023. Si richiede una finestra mobile di sei mesi per gli ospedalieri.
- Pensione di Anzianità Contributiva: questa opzione è per medici e odontoiatri dipendenti che hanno iniziato a contribuire dal 1° gennaio 1996 in poi. Il pensionamento è possibile a 64 anni di età e 20 anni di contributi effettivi.
Cumulo tra INPS ed ENPAM
I medici ospedalieri hanno la possibilità di sommare i periodi contributivi di entrambi i sistemi pensionistici. La Quota A dell’ENPAM può contribuire al requisito della pensione anticipata.
Calcolo della pensione medici ospedalieri
Il calcolo della pensione per i medici ospedalieri dipende dal sistema pensionistico a cui sono iscritti. Può essere retributivo o contributivo, a seconda dell’anno di inizio dell’attività lavorativa. Il sistema retributivo si basa sull’ultimo stipendio, mentre il contributivo considera tutti i contributi versati durante la carriera.
Stipendio medio dei medici ospedalieri
Lo stipendio medio di un medico ospedaliero nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) varia in base all’esperienza e alle responsabilità. In media, i medici dirigenti guadagnano circa 75.000 euro lordi all’anno con contratto di esclusività. Per i neoassunti, lo stipendio base è di circa 49.000 euro lordi all’anno.
Da notare che la retribuzione può variare in base all’incarico specifico e alle negoziazioni contrattuali con le aziende ospedaliere.
Calcolo pensione vigili del fuoco
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è un’organizzazione civile dipendente dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile del Ministero dell’Interno e fa parte del servizio nazionale di Protezione Civile. Il calcolo della pensione per i Vigili del Fuoco, come per altre categorie speciali di lavoratori, avviene seguendo regole pensionistiche specifiche che differiscono da quelle applicate ai cittadini comuni.
Calcolo della decorrenza pensione vigili del fuoco
Per il biennio 2023-2024, i requisiti anagrafici e contributivi per accedere alla pensione dei Vigili del Fuoco rimarranno invariati rispetto al 2022. Ciò vale per tutto il personale delle Forze Armate, dell’Arma dei Carabinieri, del Corpo della Guardia di Finanza, delle Forze di Polizia ad ordinamento civile e dei Vigili del Fuoco.
I requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia dei Vigili del Fuoco nel biennio 2023-2024 variano in base all’età e all’anzianità contributiva. Ad esempio, i Vigili del Fuoco con ruoli di agenti, ispettori e sovrintendenti possono andare in pensione a partire dai 61 anni con almeno 20 anni di contributi. Per i dirigenti generali, l’età pensionabile è di 66 anni.
I Vigili del Fuoco hanno anche la possibilità di accedere a una pensione anticipata, consentendo loro di andare in pensione prima dell’età standard. Le regole per l’accesso alla pensione anticipata variano in base all’anzianità contributiva e all’età anagrafica.
Le pensioni dei Vigili del Fuoco hanno una finestra mobile di 12 mesi, il che significa che possono ricevere la pensione qualche mese dopo rispetto ad altre forze dell’ordine come la Guardia di Finanza. Ciò è dovuto alla finestra mobile.
Calcolo della pensione dei vigili del fuoco
Il calcolo della pensione dei Vigili del Fuoco tiene conto sia dell’età che dell’anzianità contributiva. Maggiore è l’anzianità contributiva, maggiore sarà l’importo della pensione. Nel 2023, sono stati introdotti nuovi coefficienti di trasformazione, il che significa che gli assegni pensionistici saranno più alti rispetto agli anni precedenti.
Pensione integrativa per vigili del fuoco
I Vigili del Fuoco hanno accesso a una pensione integrativa offerta attraverso il Fondo Pre.Si.Di. Questo fondo mira a fornire una protezione previdenziale aggiuntiva ai membri di settori come la difesa, la sicurezza e i Vigili del Fuoco. Le contribuzioni sono gestite da società di investimento, e il finanziamento proviene dal datore di lavoro.
Calcolo pensione badante
Il processo di ottenimento della pensione per badanti e colf, compresi i requisiti per la pensione di vecchiaia e quella anticipata, è un argomento di grande importanza per chi lavora nel settore del lavoro domestico. Vediamo quindi come funziona il calcolo della pensione per badanti e colf, i contributi necessari e le opzioni disponibili.
Pensione di vecchiaia per badanti e colf
Per accedere alla pensione di vecchiaia, badanti e colf devono soddisfare i seguenti requisiti:
- Età Pensionabile: Deve essere raggiunta l’età pensionabile, attualmente fissata a 67 anni.
- Contributi Minimi: È richiesto un totale di almeno 20 anni di contributi versati.
- Fine del Rapporto di Lavoro Dipendente: Il rapporto di lavoro deve essere concluso.
Tuttavia, ci sono alcune eccezioni che permettono l’accesso anticipato alla pensione:
- Le persone con un grado di infermità pari o superiore all’80% possono andare in pensione a 55 anni per le donne e 60 anni per gli uomini.
- I non vedenti possono accedere alla pensione a 50 anni per le donne e 55 anni per gli uomini, purché abbiano versato almeno 10 anni di contributi.
Le condizioni per il requisito contributivo minimo di 20 anni possono variare in base a diversi criteri, come l’anzianità contributiva al 31 dicembre 1992, l’età di 71 anni con almeno 5 anni di contributi dal 1° gennaio 1996, la prosecuzione volontaria entro il 31 dicembre 1992 e un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni con almeno 10 anni di lavoro per periodi inferiori a 52 settimane all’anno.
Pensione anticipata e di anzianità per badanti e colf
Dal 1° gennaio 2012, per avere diritto alla pensione anticipata, è necessario aver versato 42 anni e un mese di contributi per gli uomini e 41 anni e un mese per le donne. Questi requisiti possono variare annualmente in base alla speranza di vita, ma dal 2019 al 2026, l’anzianità richiesta non dovrebbe subire cambiamenti significativi.
Pensione per badanti e colf stranieri
I cittadini stranieri che hanno lavorato legalmente in Italia e versato i contributi hanno diritto alla pensione, anche se decidono di tornare nel loro paese d’origine, a condizione che soddisfino i requisiti previsti dalla legge italiana al momento della richiesta.
Le badanti straniere che sono state assunte prima del 1996 possono ricevere la pensione di vecchiaia solo al compimento del 66° anno di età, se hanno maturato almeno 20 anni di contributi. Per le badanti assunte dopo il 1° gennaio 1996, l’accesso alla pensione è possibile al compimento del 66° anno di età, anche se non hanno raggiunto i requisiti, ma l’importo sarà proporzionale al contributo versato.
Contributi previdenziali per badanti e colf
I contributi previdenziali versati da badanti e colf includono la previdenza per la pensione, la maternità, la disoccupazione, gli assegni al nucleo familiare e l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali. Gli importi dei contributi variano in base all’orario settimanale lavorato. Le aliquote di contribuzione sono inferiori rispetto ai lavoratori dipendenti tradizionali e comprendono l’aliquota IVS, il contributo ASPI, la tutela INAIL e il Fondo per il TFR, portando l’aliquota complessiva al 19,9675%.
Calcolo pensione futura
In generale, per calcolare l’importo della pensione futura, bisogna conoscere alcune informazioni chiave che consentono di stimare in modo approssimativo il valore dell’assegno pensionistico in base all’età di pensionamento e ai contributi versati.
Come sopra indicato il calcolo della pensione futura si basa, per tutte le categorie di lavoratori, essenzialmente, su i seguenti elementi principali:
- il montante contributivo, che si possono ottenere richiedendo l’estratto conto al proprio ente previdenziale;
- la formula di pensionamento che si sceglie (pensione di vecchiaia, anticipata o altre formule agevolate);
- i coefficienti di trasformazione applicabili alle pensioni nella tua fascia di età.
Calcolo pensione netta da stipendio netto, esempi
La pensione è soggetta a tassazione IRPEF, proprio come lo stipendio. Come per lo stipendio, quindi, per calcolare la pensione netta, bisogna sottrarre le tasse (IRPEF e addizionali) e aggiungere le eventuali detrazioni spettanti dalla pensione lorda. Sono previste specifiche detrazioni fiscali per i redditi da pensione, che variano in base al reddito pensionistico e non sono cumulabili con altre detrazioni.
Il rapporto tra la prima pensione e l’ultimo stipendio è chiamato tasso di sostituzione.Questo parametro è essenziale per comprendere quanto una persona potrà contare sulla sua pensione per mantenere lo stesso tenore di vita che aveva da lavoratore.
Negli ultimi decenni, il tasso di sostituzione è diminuito, principalmente a causa delle riforme pensionistiche introdotte dalle leggi Dini e Fornero. Queste riforme hanno imposto cambiamenti significativi nei sistemi pensionistici in Italia, passando dal sistema retributivo al sistema contributivo. Questa transizione ha penalizzato in particolare le nuove generazioni.
Nel vecchio sistema retributivo, le pensioni potevano essere prossime all’80% o anche più dell’ultimo stipendio percepito, il che garantiva un sostegno finanziario significativo ai pensionati. Tuttavia, con l’introduzione del sistema contributivo, le pensioni sono diventate più legate ai contributi effettivamente versati durante la carriera lavorativa. In questo nuovo sistema, è necessario accumulare un numero considerevole di anni di contributi per ottenere una pensione paragonabile all’ultimo stipendio.
Di conseguenza, in media, nel sistema contributivo puro, un individuo con 40 anni di contributi può aspettarsi di ricevere un assegno previdenziale pari al 60% dell’ultimo stipendio. Questo significa che la pensione sarà significativamente inferiore rispetto all’ultimo reddito da lavoro. Con soli 30 anni di contributi, l’assegno sarà addirittura ridotto al 48% dell’ultimo stipendio, determinando una diminuzione notevole del reddito mensile disponibile per il pensionato.
In sintesi, il tasso di sostituzione più basso dovuto alla transizione al sistema contributivo ha reso le pensioni meno generose rispetto al passato, richiedendo un accumulo più lungo di contributi per mantenere un tenore di vita simile a quello della vita lavorativa. Questo ha avuto un impatto significativo sulle aspettative finanziarie delle nuove generazioni di pensionati in Italia.
Calcolo pensione reversibilità netta
La pensione di reversibilità è una prestazione previdenziale fondamentale che mira a garantire un sostegno finanziario ai familiari superstiti di un pensionato o di un assicurato deceduto. Tuttavia, molte persone si pongono domande sul calcolo della pensione di reversibilità netta, in particolare riguardo alla possibile riduzione dell’importo in base al reddito del coniuge superstite e alla rivalutazione annuale.
Calcolo della pensione di reversibilità in base al reddito
Il calcolo dell’importo della pensione di reversibilità è regolamentato dalla legge italiana, in particolare dall’articolo 1, comma 41 della legge 335/1995. Questa pensione è erogata in favore dei familiari superstiti del pensionato o dell’assicurato deceduto, ed è basata su una percentuale dell’importo della pensione che sarebbe spettata all’assicurato deceduto. Tuttavia, esistono specifiche aliquote e regole di cumulabilità di reddito che influenzano l’ammontare della pensione di reversibilità.
La legge stabilisce che il reddito del beneficiario, solitamente il coniuge superstite, può determinare una decurtazione nell’importo della pensione. Questa decurtazione dipende dai redditi del beneficiario stesso e può variare da una percentuale altra. Per esempio, la percentuale di taglio può andare dal 25% al 50%, a seconda del cumulo con altri redditi, come specificato nella tabella f della legge.
È importante sottolineare che la legge consente il cumulo tra gli importi dei trattamenti pensionistici ai superstiti e i redditi del beneficiario, purché rispettino i limiti stabiliti dalla tabella di riferimento. In altre parole, non esiste un paletto fisso che impedisca questo cumulo, e la legge fa esplicito riferimento al reddito del beneficiario come determinante per la decurtazione.
Rivalutazione della pensione di reversibilità
Un aspetto cruciale da considerare è che l’importo della pensione di reversibilità viene rivalutato annualmente, così come tutte le altre prestazioni INPS, in base all’indice di perequazione. L’aliquota applicata dipende dalla fascia di importo in cui rientra la pensione stessa, seguendo le regole straordinarie e transitorie stabilite dalla Legge di Bilancio.