L’Agenzia delle Entrate smentisce il presunto attacco informatico subito nella giornata di lunedì 25 luglio.
In riferimento al potenziale furto di dati “dal sistema informativo della fiscalità” di cui molti social network ieri avevano dato notizia, l’Agenzia delle Entrate ha precisato di aver subito chiesto riscontro della Sogei, cioè alla società pubblica partecipata dal Ministero dell’Economia che gestisce le infrastrutture tecnologiche dell’amministrazione finanziaria.
Dagli accertamenti tecnici svolti, Sogei esclude che possa essersi verificato un attacco informatico al sito dell’Agenzia.
Rientra dunque l’allarme in merito al possibile furto di informazioni personali e fiscali relativi ai milioni di italiani che utilizzano le infrastrutture oggetto di potenziale attacco. Il tam tam mediatico che per alcune ore ha occupato le pagine di molti organi di stampa italiani riferiva di un attacco ransomware, ossia con richiesta di riscatto (5 milioni entro 5 giorni) per la restituzione dei dati compromessi.
Cosa successo dunque nella realtà? A quanto pare, si è trattato di un tentativo di attacco (del famigerato LockBit) perpetrato ai danni del profilo di un singolo utente interno all’Agenzia (interessando, secondo le “voci della rete”, 78 gigabyte di dati fiscali), senza però riuscire a penetrare nella rete e danneggiare i dati dell’Amministrazione.
Al momento, dunque, non risultano essersi verificati attacchi informatici né essere stati sottratti dati dalle piattaforme dell’Agenzia delle Entrate.