E’ il giorno delle rassicurazioni, rivolte dal ministro della Salute, Roberto Speranza, in primo luogo a coloro che sono stati vaccinati: «chi ha fatto già il vaccino AstraZeneca non ha ragione di essere preoccupato, questa è una pausa solo precauzionale. I vaccini sono e restano l’arma fondamentale con cui uscire da questi mesi difficili». Non c’è un indirizzo specifico a chi ha fatto la prima dose e aspetta il richiamo, ma su questo punto intervengono gli esperti: fra le due dosi, possono passare fino a 12 settimane, quindi c’è tutto il tempo di riorganizzarli in sicurezza.
Sui next step del Piano Vaccini anti COVID-19, causato dal virus SARS-CoV-2 non ci sono dettagli, si attende prima la decisione dell’EMA (l’agenzia europea sui medicinali), previsto per giovedì 18 marzo. Emer Cooke, direttrice esecutiva EMA, ha ribadito che al momento «non ci sono indicazioni» su un legame fra il vaccino e i casi di trombosi che si sono verificati. I quali, al momento, sono 30 in tutta Europa, a fronte di quasi 5 milioni di somministrazioni (dato che però è probabilmente sottostimato, nel senso che non è aggiornato a nuovi casi registrati nello scorso fine settimana). Viene confermato che, in base alle valutazioni attuali, i benefici del vaccino superano i rischi. E che la decisione finale verrà presa Giovedì 19 marzo.
Anche con la nota stampa pubblicata ieri, subito dopo la sospensione delle somministrazioni da parte di alcuni Paesi europei, Italia compresa, l’Agenzia ha utilizzato parole che indirettamente sembrano voler confermare la fiducia nel siero e la mancanza di nessi con i decessi registrati. Ad ogni modo, il parere decisivo è demandato all’organo preposto (il PRAC), ossia la commissione che valuta gli effetti sulla salute dei medicinali utilizzati sull’uomo.
Nel frattempo, si analizza la situazione. Lo stop alle somministrazione di AstraZeneca è stato disposto, oltre che dall’Italia, anche dai governi di Germania, Francia Spagna, Portogallo e Slovenia, mentre altri Stati aveva già preso analoga decisione nei giorni scorsi. Il motivo: si richiedono ulteriori verifiche dopo i casi di eventi trombotici mortali che si sono succeduti, a distanza di giorni o poche settimane, alla somministrazione del vaccino. Tutti concordi nel sottolineare che i numeri (si sono verificati 15 casi di trombosi e 22 di embolia rispetto a un totale di 17 milioni di dosi somministrate) sembrano essere in linea con i decessi dovuti a queste due patologie fra la popolazione generali, senza legami con il vaccino. In altri termini, non ci sono evidenze sul nesso di causalità fra vaccinazione e decessi.
La sospensione, come spiegato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e ribadito da Speranza, resta dunque di natura precauzionale e temporanea. «Quando emergono fatti nuovi è giusto fermarsi per fare una verifica, questo deve aumentare fiducia dei cittadini», puntualizza il ministro. Che ricostruisce anche i fatti: la decisione è emersa dopo una valutazione dell’istituto tedesco per i vaccini ed un successivo confronto tra ministri della salute, ora i governi attendono il giudizio EMEA ed elementi di rassicurazione che consentano di riprendere la vaccinazione. «E’ giusto avere cautela. L’auspicio è che già giovedì EMA ci dia risposte sufficienti per poter ripartire».
Dunque, al momento tutti confidano nel fatto che la sospensione sia non solo precauzionale ma anche breve, e che la situazione si risolva entro fine settimana con la conferma delle evidenze cliniche fin qui registrate, che indicano la sicurezza del vaccino.
Il ministro ha fornito rassicurazioni anche ai medici, dopo che le prime inchieste aperte sui casi di morte mettono sotto indagine per omicidio colposo i sanitari che hanno inoculato il vaccino. L’ordine dei medici è subito intervenuto chiedendo uno scudo penale per i sanitari impegnati nella campagna vaccinale, e Speranza ha risposto positivamente: «credo sia una richiesta giusta e comprensibile e che dobbiamo assumere nel più breve tempo possibile, penso che il governo debba lavorare nelle prossime ore per dare una risposta positiva a questa richiesta. Nelle prossime ore dovremo fare anche un confronto a livello di governo e da parte mia c’è la massima disponibilità».
Infine, l’impatto dello stop ad AstraZeneca sulla campagna vaccinale, che come prevedibile è notevole. Ipotizzando che giovedì l’Ema confermi la sicurezza del vaccino, fonti del Governo quantificano in circa 200mila le vaccinazioni in meno fatte in questi giorni di stop, e prevedono che questo ritardo venga riassorbito nell’arco di due settimane.
Ricordiamo che si tratta di somministrazioni destinate per lo più a insegnanti e forze dell’ordine. Fino a giovedì sono confermate solo le somministrazione di Pfizer e Moderna, che riguardano gli anziani con almeno 80 anni. La Commissione Ue ha siglato un accordo per incrementare di 10 milioni di dosi le forniture di Pfizer nel secondo trimestre. In aprile, arriva un quarto vaccino, quello di Johnson e Johnson, appena approvato dall’Ema, che fra le altre cose è monodose, quindi accelera la campagna vaccinale.
In sintesi, ci sono le condizioni perché in aprile, la campagna vaccinale decolli, ma nel frattempo bisogna fare i conti con il nuovo rallentamento determinato dallo stop ad AstraZeneca. Su cui comunque tutte le autorità sono concordi nel definirsi ottimiste in merito al parere EMA, soprattutto in termini di chiarimenti adeguati per riprendere le somministrazioni restituendo fiducia ai cittadini.