Mentre si avvicina la data dei primi rimborsi sugli acquisti che arrivano sul conto corrente (il primo marzo vengono effettuati i versamenti sul cashback di Natale), resta acceso il dibattito sui cosiddetti furbetti, che potrebbe portare a una revisione delle regole. Non si esclude che venga bloccato persino il superbonus da 1.500 euro per i primi 100mila utilizzatori nel semestre per numero di transazioni. Vediamo tutto.
=> Cashback: rimborso per le mancate transazioni su app IO
Partiamo dalla scadenza più imminente, quella del primo marzo. In pratica, i 3,2 milioni di clienti che nel mese di dicembre hanno partecipato al Cashback di Natale effettuando almeno dieci operazioni (il numero minimo previsto per avere il rimborso), il prossimo primo marzo avranno sul conto corrente il versamento del 10% di quanto speso. Ricordiamo che il rimborso massimo è pari a 150 euro, indipendentemente dal numero di operazioni valide e dagli importi spesi.
Qualche curiosità sui partecipanti al cashback di Natale. In tutto, sono state elaborate 63 milioni di transazioni, da parte di 4,6 milioni di utenti, di cui 2,3 milioni hanno effettuato almeno dieci operazione, e avranno quindi il rimborso pari al 10%. La maggioranza delle transazioni effettuate con strumenti registrati al cashback sono stati acquisti fra i 25 e i 50 euro, il numero maggiore di utenti (1,3 milioni) ha effettuato operazioni fra i 10 e i 14 euro. Seguono le operazioni fra i 10 e 19 euro (effettuate da 862mila utenti), e quelle fra 1 e 4 euro (862mila utenti).
I dati relativi alle operazioni di dicembre vengono confermati dall’andamento registrato invece da gennaio in poi. Anche qui, le transazioni più numerose sono fra i 25 e i 50 euro, mentre la distribuzione per numero di utenti, in relazione agli importi delle operazioni, vede in testa sempre gli acquisti fra i 10 e i 19 euro (quasi 1,5 milioni di utenti), seguite e breve distanza dalle transazioni fra 20 e 29 euro, anch’esse effettuate da più di 1,4 milioni di persone) e da quelle fra 1 e 9 euro (1,3 milioni).
Sono queste ultime le operazioni al centro del dibattito sui furbetti del cashback. In pratica, gli acquirenti frazionano artificiosamente i pagamenti in microtransazioni, per aumentare il numero delle operazioni. Questo consente di scalare la classifica degli aventi diritto al super bonus di 1500 euro che va alle 100mila persone che nel semestre hanno effettuato il maggior numero di operazioni. Fra le tipologie di operazioni più a rischio di micropagamenti artificiosamente frazionati, i rifornimenti di benzina in self service. Diverse le soluzioni proposte, dall’esclusione dei pagamenti inferiori a una certa cifra, a un tetto al numero di operazione valide effettuate nello stesso esercizio, all’annullamento solo delle operazioni che il sistema rileva come artificiose, all’eliminazione del superbonus.
Ricordiamo molto brevemente che il cashback fa parte del Piano Italia Cashless, che ha l’obiettivo di stimolare i pagamenti digitali. Consente di ottenere un rimborso del 10% sugli acquisti pagati con strumenti digitali, a chi effettua almeno 50 operazioni nell’arco di un semestre (attualmente, rilevano le operazioni dal primo gennaio al 30 giugno), fino a un tetto di 15 euro di rimborso per singola operazioni e di 150 euro nell’arco del semestre. Come detto, è anche previsto un super premio di 1500 euro a semestre per le prime 100mila persone che effettuano il maggior numero di operazioni. Si aderisce utilizzando la app IO, nella quale bisogna inserire i dati degli strumenti di pagamento digitale con i quali si vuole partecipare al cashback. Dall’inizio del programma si sono iscritti 7,6 milioni di cittadini, che hanno attivati 13,6 strumenti di pagamenti digitali ed effettuato quasi 236 milioni di operazioni. Sul sito della app IO si possono consultare tutti i dati relativi all’andamento del cashback.
Sempre attraverso le funzionalità della app IO è possibile consultare costantemente il numero delle operazioni che sono state effettuate e registrate. Nel caso in cui vengano rilevati accredito mancati o inesatti, è possibile presentare reclami, utilizzando una specifico portale online in cui è presente il modulo da compilare. I reclami sono gestiti da Consap, attualmente si possono presentare solo in relazione alle operazioni di dicembre.